“Pensione da 1300 euro al mese ma lo Stato ci considera ricchi”

"Il governo ci considera ricchi. Il nostro assegno resta fisso. Inchiodato. E intanto l’inflazione cresce. Così il nostro potere d’acquisto diminuirà anno dopo anno. Non mi sembra giusto" è il racconto della signora Tonello, una neopensionata di 59 anni che vive nell'hinterland milanese senza marito e con un figlio a carico. Come racconta lei stessa al Corriere della Sera la signora vive con una pensione di millenovecentoquarantatre euro lordi al mese, circa 1300 euro netti, ma per lo Stato ha già superato la soglia dei più ricchi e privilegiati per questo non avrà diritto alla rivalutazione completa. "Da quanto ho capito, sono proprio a cavallo tra la categoria di quelli che potranno contare su un 90 per cento di rivalutazione e quelli che dovranno accontentarsi del 75" spiega la signora al Corriere, aggiungendo "Alla fine si tratterà di pochi euro in meno ogni mese. Ma quando hai un cappotto stretto anche pochi centimetri di stoffa in più ti cambiano la vita". Certo c'è la pensione di reversibilità del marito morto un anno fa che dovrebbe aggirarsi intorno ai 400-450 euro al mese ma non si arriva certo ai duemila euro.
La signora non si lamenta di essere povera ma non ama essere trattata da ricca dallo Stato che in cerca di risorse ha deciso di bloccare la rivalutazione delle pensioni più alte. "I sono una privilegiata perché vivo nella casa di mia madre e non devo pagare l’affitto" racconta la donna ricordando però i tanti sacrifici fatti negli anni di lavoro in ufficio e gli sforzi necessari per tirare avanti. "La spesa la faccio al Carrefour perché c’è un’offerta speciale per gli anziani. Le verdure le coltivo in un fazzoletto di terra che abbiamo qui di fianco a casa. Insomma, alla fine me la cavo" spiega sempre la signora, concludendo "Sia chiaro: se c’è da fare sacrifici si fanno. Io li ho fatti per una vita. Ma perché sempre i pensionati?"