1.234 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Parma, i due medici anti-Coronavirus si sposano: “Matrimonio in tempo di guerra”

Raul Polo e Monica Balugani, impegnati rispettivamente all’ospedale di Parma e in quello di Reggio Emilia, si sono uniti in matrimonio con rito civile. La cerimonia – in mascherina – si è svolta nella sala del Consiglio, nel rispetto delle misure anti-contagio. “L’abbiamo fatto per i nostri figli, potremmo ammalarci di questi tempi…” ammettono.
A cura di Biagio Chiariello
1.234 CONDIVISIONI

Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Raul Polo e Monica Balugani sono due medici, entrambi impegnati in reparti Covid-19, lui all’ospedale Maggiore di Parma, lei in quello di Reggio Emilia. E da oggi sono marito e moglie: si sono uniti in matrimonio con rito civile.  Con indosso le mascherine di ordinanza, si sono detti "sì" davanti al sindaco Federico Pizzarotti nella sala del Consiglio del Comune di Parma.

Quarantotto anni lui, trentacinque lei. La richiesta dei due medici di convolare a nozze nasce dalla esigenza di tutelare i loro figli nel caso questa battaglia ad alto rischio diventasse incerta per il loro futuro. "Ho un matrimonio alle spalle con due bimbe di 12 e 10 anni, Arianna e Irene avute dalla mia ex moglie – racconta Raul all’Adnkronos – la convivenza con Monica ci ha portato altri due bimbi, Niccolò e Martina, di 3 e 2 anni. Fino ad oggi non ci siamo mai sposati, presi da mille cose. Oggi, nel momento in cui entrambi, su base volontaria, siamo stati chiamati per lo più su base volontaria a lavorare in un reparto o in un ospedale Covid, il rischio che uno dei due avesse qualcosa, come in un matrimonio guerra, è aumentato molto e per tutelare noi (per avere in caso di malattia di uno dei due il diritto a sapere le condizioni dell'altro, essendo coniuge) e i bambini abbiamo deciso di sposarci. Pur con l'affetto che ci lega è stata una scelta obbligata di responsabilità".

Il problema è che non erano consentiti i matrimoni, proprio per evitare assembramenti. Quindici giorni fa ho scritto al sindaco Pizzarotti che ha capito la necessità. Sono stato 14 giorni in malattia con un tampone negativo. Sono giorni sofferti, il tricolore che non abbiamo mai ammainato se non per ricordare i nostri morti, è oggi composto dal verde delle mascherine, dal bianco delle lenzuola e dal rosso del sangue versato. La malparata l'abbiamo vista e il pericolo è diventato reale, molti colleghi si sono ammalati e stanno morendo. Eppure siamo qui a coronare un sogno, abbiamo deciso di fare un passo avanti, il sindaco ha capito la necessità e ha autorizzato il matrimonio che celebrerà lui stesso domani alle 10 in Comune. Saremo ridotti all'osso, con i soli testimoni e i nostri bimbi. La festa grande, con le mie figlie che ho deciso di non mettere in pericolo lasciandole a casa con la mamma, la faremo quando tutto questo sarà finito".

Immagine

Non è stato facile procurarsi neanche il minimo indispensabile per il matrimonio: dalle fedi nuziali, passando per i vestiti ordinati, ma alla fine tutto è andato bene "Dobbiamo avere pazienza – hanno scritto i due colleghi – il tricolore tornerà ad essere verde come il nostro appennino, bianco come i marmi delle cattedrali e rosso come il Lambrusco".

1.234 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views