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“Papà, stai tranquillo”: il messaggio del 15enne Liam prima di morire in montagna in Val D’Aosta

Il padre ha raccontato che “Liam voleva continuare perché ci teneva a salire sulla montagna. Gli abbiamo detto di stare attento e di tenersi in contatto”: il giovane avrebbe indossato scarpe inadatte per i terreni impervi alpini.
A cura di Davide Falcioni
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"Mi dispiace che vi faccio preoccupare. Tranquilli, adesso scendo, vedo i prati là sotto. Arrivo". È uno degli ultimi messaggi che Liam Daniel R., 15 anni, ha inviato a suo padre, lunedì pomeriggio, poco prima di morire in un drammatico incidente in montagna. Parole rassicuranti, che alla luce di quanto accaduto oggi suonano come un addio inconsapevole.

Liam, originario di Erbrée, in Bretagna, si trovava in vacanza con i genitori in Valle d’Aosta. Domenica avevano esplorato i sentieri intorno a Pila, fino al lago di Chamolé. Lunedì il giovane aveva deciso di spingersi oltre, verso la cima della Becca di Viou, a 2.856 metri, mentre mamma Lucie e papà Jean-Daniel si erano fermati più in basso, stanchi per l’escursione. "Liam voleva continuare perché ci teneva a salire sulla montagna. Gli abbiamo detto di stare attento e di tenersi in contatto", ha raccontato il padre. E così aveva fatto. Il ragazzo aveva mantenuto i contatti con i genitori, inviando messaggi e video lungo il percorso. Ma qualcosa è andato storto.

Liam ha imboccato un sentiero sulla sinistra della Becca di Viou, finendo nella valle di Arbolle. Ha superato il colle di Fouillou, dopo le baite dell’alpeggio, ritrovandosi fuori rotta. Continuava comunque a rassicurare i suoi cari, senza mai chiedere aiuto. Fino a quel video, con il messaggio che ora resta inciso nella memoria: "Papà, stai tranquillo".

Guidato dalla vista dei prati più in basso, Liam ha cercato di scendere attraverso un canale ripido nella valle di Verzignola. Ma indossava scarpe leggere, sneakers, inadatte a quel tipo di terreno. Il ghiaino instabile del canale si è rivelato fatale: il ragazzo è scivolato, rotolando per una cinquantina di metri. Ha perso le scarpe e, probabilmente, la vita all’istante a causa di una grave ferita al volto. "Impossibile dire cosa sia successo esattamente", ha spiegato Paolo Comune, direttore del soccorso alpino valdostano. "Basta un salto di un metro, un metro e mezzo per morire. Ed è un’ipotesi plausibile."

Le ricerche erano scattate poco dopo le 20, quando Liam non era rientrato e non rispondeva più al telefono. I genitori avevano dato l’allarme. Undici vigili del fuoco, cinque militari del soccorso alpino della Guardia di Finanza, cani, droni e l’elicottero della Protezione Civile si erano mobilitati. Ma il buio aveva interrotto le operazioni.

A mezzanotte, il soccorso alpino aveva allertato la Guardia di Finanza di Venegono (Varese), dotata del sistema Easycatch, capace di localizzare i cellulari accesi. Quello di Liam emetteva ancora segnale. All’alba, grazie anche al video inviato dal ragazzo, è stato possibile riconoscere il punto esatto della caduta. Un volo di ricognizione ha individuato il corpo, ormai privo di vita.

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