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Omicidio Paolo Stasi a Francavilla Fontana

Paolo Stasi ucciso sull’uscio di casa, inquirenti hanno una pista: sequestrati i cellulari del 19enne

Gli inquirenti starebbero seguendo una pista ben precisa per risalire all’identità del killer che ha ucciso il 19enne Paolo Stasi davanti all’uscio di casa a Francavilla Fontana.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Le forze dell'ordine stanno battendo una pista privilegiata per chiarire le dinamiche della morte di Paolo Stasi, ragazzo di 19 anni di Francavilla Fontana ucciso circa una settimana fa nei pressi della sua abitazione. Del killer non si sa ancora niente, ma gli inquirenti non brancolano nel buio: avrebbero infatti raccolto indizi ben precisi grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Nei pressi di casa Stasi ce ne sarebbero almeno cinque, anche se alcune non hanno immagini nitide.

Le telecamere potrebbero aiutare gli inquirenti a risalire al nome del killer, per ora ancora sconosciuto. Quello che è noto, è che dopo l'omicidio è fuggito auto per far perdere subito le sue tracce. Sul resto gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Nel frattempo, hanno disposto il sequestro dei dispositivi elettronici della vittima per recuperare messaggi e chiamate che possano aiutare a chiarire le dinamiche dei fatti.

In questi sette giorni, chi indaga ha ascoltato decine di persone tra amici e conoscenti della vittima. Stando a quanto ricostruito, Paolo era un ragazzo gentile e riservato che trascorreva la maggior parte delle sue giornate in casa. Non aveva un folto gruppo di amici: solo qualche ex compagno di scuola e qualche amico di infanzia. Secondo le forze dell'ordine, però, il 19enne conosceva il killer e per questo si sta scavando nel suo passato e nella quotidianità delle settimane prima del delitto.

Sul cadavere sono state trovate ferite compatibili con proiettili di una pistola di piccolo calibro. Qualche dettaglio in più verrà fuori con l'esame autoptico che è stato fissato per sabato 19 novembre. Chiarire la tipologia di arma usata per il delitto potrebbe fornire qualche elemento in più sul killer e su suoi possibili legami con la criminalità.

Stando alle prime ricostruzioni, il 19enne avrebbe aperto la porta al suo assassino intorno alle 18 del 9 novembre. Paolo avrebbe risposto al citofono per poi scendere in ciabatte in strada. Sull'uscio è stato raggiunto da un primo colpo di pistola che lo ha ferito al torace. Quando ha cercato di scappare, è stato raggiunto da una seconda pallottola che è stata per lui mortale. In casa c'erano i suoi genitori, che hanno cercato di soccorrerlo. Per lui, però, non vi era già più nulla da fare.

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