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Omicidio Paolo Stasi a Francavilla Fontana

Paolo Stasi ucciso davanti casa a 19 anni, la rivelazione della madre ha dato la svolta alle indagini

L’Inchiesta si sta concentrando sull’ipotesi di uno sgarro negli ambienti dello spaccio come movente dietro l’omicidio. Se il 19enne Paolo Stasi fosse coinvolto direttamente o se sia stato tirato in ballo da qualcuno che lui voleva difendere, resta tutto da accertare.
A cura di Antonio Palma
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Il possesso di droga, in particolare hashish, secondo gli inquirenti sarebbe al centro dell’inchiesta sulla tragica morte di Paolo Stasi, il 19enne ucciso il 9 novembre scorso con due colpi di pistola davanti all’uscio di casa a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi.

La conferma arriva dall’ordinanza del tribunale del riesame di Brindisi che ha confermato il sequestro della pistola a gas e del denaro trovati nell’abitazione del 18enne che è indagato a piede libero.

Nei documenti della Procura agli atti, infatti, è emersa la testimonianza della madre della giovane vittima che, ascoltata dai carabinieri a novembre, avrebbe ammesso che in casa sua nei giorni precedenti il delitto vi era custodita della droga confezionata.

Circostanze, quelle raccontate dalla donna, che evidentemente potrebbero comportare per lei delle conseguenze penali ma che la donna ha deciso comunque di rivelare agli inquirenti pur di fornire un contributo alle indagini sull’assassinio del figlio.

Dicendo di sapere che il figlio conservava in casa della droga, la donna infatti ha dato una svolta alle indagini che si sono concentrate proprio su questo aspetto.

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L’Inchiesta di fatto si sta concentrando proprio sull’ipotesi di uno sgarro negli ambienti dello spaccio come movente dietro l’omicidio. Se il 19enne Paolo Stasi fosse coinvolto direttamente o se sia stato tirato in ballo da qualcuno che lui voleva difendere, resta tutto da accertare.

Per gli investigatori, i 9mila euro trovati in casa del 18enne indagato e sequestrati sarebbero frutto proprio del provento del traffico di droga di cui emergerebbero prove anche dai messaggi scambiati da Paolo Stasi con la madre.

La circostanza è riportata sempre nelle pagine dell’ordinanza che ha rigettato la richiesta di restituzione di arma e soldi al 18enne. Gli inquirenti ricordano inoltre i continui contatti telefonici fra Paolo Stasi e l’indagato poco prima dell’omicidio. Elementi che fanno ipotizzare è che il 19enne custodisse lo stupefacente per conto dell’amico.

Nell’inchiesta, che ipotizza il reato di omicidio volontario in concorso, aggravato da futili motivi e da premeditazione, col 18enne resta indagato anche un 19enne ma entrambi restano a piede libero. Son ancora tanti infatti i punti oscuri da chiarire e ancora poche le prove he possano portare con certezza all’autore del delitto

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