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Palermo, lite tra bimbi sfocia in accoltellamento tra genitori. “Non fu tentato omicidio”

Palermo, una banale lite tra bambini sfocia in un accoltellamento tra genitori nell’agosto del 2019. Dopo un’iniziale condanna per tentato omicidio, il giudice ha trasformato l’accusa in lesioni. L’imputato, secondo la difesa, non voleva attentare alla vita dell’altro papà. Sarebbe stata “vendetta d’onore” ma non tentato omicidio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ad agosto del 2019 ad Altofonte, nel palermitano, un banale screzio tra bambini era diventato una lite con tanto di coltellate tra i rispettivi padri. Il tutto non si sarebbe trasformato in tragedia solo grazie all'intervento di un carabiniere in pensione che aveva trattenuto prontamente la mano di uno dei due genitori che con il coltello stava cercando di ferire l'altro. Il 42enne era finito in carcere con l'accusa di tentato omicidio ed era stato condannato a 6 anni di reclusione. Ora però l'uomo è tornato libero con una riduzione drastica a un anno e due mesi, riqualificando il tentato omicidio nell'accusa di lesioni. L'uomo aveva inquadrato il suo gesto nella "vendetta d'onore".

L'aggressione

I due genitori si erano scontrati in seguito alla lite tra i figli di 11 e 10 anni. La vittima aveva deciso di intervenire rimproverando il figlio del suo aggressore per il suo comportamento e dandogli due schiaffi che avrebbero fatto perdere la testa al padre. Davanti alle lacrime del figlio, aveva deciso di regolare i conti con il genitore dell'altro ragazzino e durante la discussione ha tirato fuori un coltello. Quando il carabiniere ha impedito che colpisse il rivale, l'uomo è scappato ed è stato rintracciato dalle forze dell'ordine. Per il Covid gli erano stati concessi gli arresti domiciliari per evitare che si ammalasse in cella, ma gli erano stati comunque dati 6 anni di reclusione. Dopo un anno e mezzo, la nuova sentenza per lesioni gli ha permesso di tornare in libertà.

Secondo la difesa, si sarebbe trattato di una "vendetta d'onore" che però non aveva l'intento di attentare alla vita della vittima, che pure aveva testimoniato in questo senso davanti al giudice. La nuova ipotesi di lesioni, meno grave di quella riguardante il tentato omicidio, ha permesso all'uomo di 42 anni di tornare nuovamente in libertà.

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