Palermo, la mafia torna a sparare: ucciso il boss Dainotti mentre va in bici

Un agguato di chiaro stampo mafioso è andato in scena questa mattina a Palermo. Nel mirino dei killer il 57enne Giuseppe Dainotti, considerato dagli inquirenti storico boss mafioso e braccio destro del capomafia Salvatore Cancemi, già condannato all'ergastolo ma libero dal 2014 a seguito della scarcerazione avvenuta dopo un quarto di secolo per un cavillo legislativo, fra numerose polemiche. Secondo una prima ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, la vittima ara in strada in via D'Ossuna, nel popolare quartiere della Zisa, in sella alla sua bicicletta quando è stato freddato da diversi colpi di arma da fuoco.
Il 57enne sarebbe stato affiancato da alcuni killer, forse due uomini in moto, che gli avrebbero sparato in testa uccidendolo sul colpo. Proprio gli spari hanno messo in allarme gli abitanti della zona che hanno allertato le forze dell'ordine , ma quando gli agenti son arrivati sul posto, Dainotti era già morto e dei killer non vi era nessuna traccia. Sul luogo del delitto oltre agli agenti della squadra mobile son accorsi poi i reparti della Scientifica e il pm della Direzione distrettuale antimafia Anna Maria Picozzi.
Secondo le indagini degli inquirenti, Dainotti era già finito nel mirino di alcuni gruppi, in particolare del mandamento mafioso di Porta Nuova, la potente cosca del centro città. I nuovi boss infatti avevano sancito già alcuni anni fa la sua condanna a morte poi sfumata all'ultimo momento grazie agli arrestati avvenuti nel corso di un blitz. Un condanna che però alla fine è stata eseguita dai killer anche 57enne sembrava tranquillo come dimostra il fatto che si muovesse da solo in bici per il quartiere.