Palermo: arrestato boss che procurò l’esplosivo per uccidere il pm Di Matteo

Blitz del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza questa mattina a Palermo per arrestare il boss mafioso Vincenzo Graziano. Sarebbe lui l'uomo che per conto delle famiglie mafiose palermitane avrebbe procurato l'esplosivo per un attentato al pm Nino Di Matteo. A rivelarlo è stato un altro boss, Vito Galatolo, che da settimane sta parlando coi magistrati palermitani svelando alcuni retroscena importantissimi ai fini investigativi. Secondo le rivelazioni del collaboratore di giustizia sarebbero stati già comprati cento chili di tritolo poi nascosti. Mentre veniva eseguito il provvedimento di fermo per il reato di associazione mafiosa contro Graziano firmato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia, gli uomini del Gico delle Fiamme Gialle infatti hanno operato anche una serie di perquisizioni in cerca del tritolo.

I piani per uccidere il Pm Di Matteo

I blindati della Guardia di finanza sono entrati in vicolo Pipitone a Palermo dove due anni fa sarebbe avvenuto il summit mafioso dei capi delle famiglie di Palermo per organizzare l'attentato contro il pm Nino Di Matteo, uno dei simboli del pool antimafia di Palermo. Nonostante ruspe e georadar il tritolo però non è stato trovato, ma gli inquirenti continuano a cercare. Secondo Galatolo infatti a giugno, quando è stato arrestato, il progetto di attentato nei confronti del Pm era ancora operativo. Il collaboratore di giustizia ha specificato che erano due i piani operativi: tritolo a Palermo, oppure un assalto con kalasnikov e bazooka a Roma.