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“Pagatemi o perderete vostro figlio disabile”: giudice arrestato con l’accusa di estorsione

Avrebbe aiutato le famiglie di giovani deceduti o di bambini disabili a vincere le cause per ottenere risarcimenti, ma solo in cambio di denaro da versare sul conto della suocera. Con questa accusa, il giudice Galiano, del Tribunale di Brindisi, è stato arrestato in seguito a un’inchiesta per corruzione in ambito giudiziario. Dovrà ora rispondere delle accuse a suo carico.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Minacciati di perdere la patria potestà se non avessero dato 150mila euro del risarcimento ottenuto dall'assicurazione al giudice civile che li avrebbe aiutati a vincere la causa. I genitori di un bambino disabile sarebbero stati vittima di un ricatto ordito dal giudice Galiano, che li avrebbe aiutati a vincere la causa. Arrestati con lui altre cinque persone coinvolte in un'inchiesta sulla corruzione in atti giudiziari. Secondo le indagini della Procura di Brindisi e coordinate dalla Procura di Potenza, vi sarebbe stato un sistema di malaffare che aveva come vittime le famiglie di giovani deceduti o bimbi nati con malformazione. Sarebbero state aiutate a vincere cause milionarie per poi versare una parte del risarcimento al magistrato.

Un bimbo nato con traumi per colpa medica avrebbe ottenuto un risarcimento di 2milioni, ma 150mila euro avrebbero dovuto essere versati al magistrato ora accusato. Per una 23enne deceduta in un incidente, la famiglia avrebbe dovuto versare invece 300mila euro. Il denaro, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stato accreditato sul conto della suocera di Galiano, attualmente indagata. Le cause in questione, invece, sarebbero state curate dalla moglie del magistrato, avvocato e attualmente ex consorte. La donna sarebbe finita agli arresti domiciliari con l'accusa di estorsione.

Le indagini per corruzione

Insieme ai due coniugi sono stati arrestati l'imprenditore Massimo Bianco, il commercialista Pepe, il presidente dell'ordine degli Ingegneri di Brindisi. Indagati anche altri due giudici del Tribunale di Brindisi e Bari. Sono circa ventuno le persone coinvolte nell'inchiesta. Dovranno rispondere dei reati di corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi d'ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, oltre che per estorsione.

Galiano in particolare è accusato di abuso delle sue funzioni giudiziarie: avrebbe pilotato cause, ottenendo così denaro. Le indagini bancarie effettuate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Brindisi avrebbero documentato la mole di movimenti di denaro e un tenore di vita addirittura sproporzionato rispetto alle reali possibilità economiche. Sembra infatti che Galiano, contestualmente alla sua attività di giudice, gestisse anche un b&b con i soldi che, sempre secondo l'accusa, sarebbero i proventi delle attività illecite contestate. Gli imprenditori amici avrebbero invece fatto sponsorizzazioni gonfiate per la sua imbarcazione a vela che partecipava a importanti regate, come la Brindisi-Corfù. Ad alcuni degli indagati è stato inoltre notificato il sequestro dei beni per circa 1.2 milioni.

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