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Operaio perde 6 dita all’Interporto di Bologna, la protesta dei lavoratori: “Non siamo macchine”

Un operaio di 21 anni ha perso sei dita mentre lavorava alla manutenzione di un macchinario atto a smistare i colli della ditta di spedizioni DHL. È successo all’Interporto di Bentivoglio (Bologna) appena due settimane dopo la morte di Yaya Yafa, schiacciato da un camion. Il sindacato Si Cobas ha indetto uno stato di agitazione per denunciare l’insufficienza dei dispositivi e delle condizioni di sicurezza sul lavoro.
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Interporto Bentivoglio (Bologna), Hub DHL, 3 novembre 2021
Interporto Bentivoglio (Bologna), Hub DHL, 3 novembre 2021

A due settimane dalla morte di Yaya Yafa, operaio con contratto interinale presso la SDA dell'Interporto di Bentivoglio (Bologna), un altro lavoratore è rimasto vittima di un grave incidente, martedì 3 novembre all'alba.

Il giovane di 21 anni stava lavorando alla manutenzione di una smistatrice quando, per cause ancora da chiarire, le sue mani sono rimaste incastrate nel macchinario, che gli ha mozzato sei dita. I soccorsi sono arrivati tempestivamente e hanno trasportato il ragazzo all'Ospedale Maggiore, dove si trova ancora ricoverato.

"Non siamo macchine"

In serata, il sindacato Si Cobas ha indetto lo stato di agitazione per protestare contro quella che è stata più volte definita come una "strage di lavoratori". "Lavoriamo in condizioni disumane, con ritmi insostenibili. Siamo costretti a sottostare a logiche che hanno il profitto come unico obiettivo, a discapito della nostra sicurezza".

Secondo la testimonianza dei manifestanti, sono già stati effettuati i primi accertamenti da parte dell'AUSL e dell'Ispettorato del Lavoro, che serviranno a stabilire se il macchinario che ha ferito il ragazzo fosse a norma. "A prescindere dal fatto se fosse a norma o meno, quello che conta è il modo in cui siamo costretti a lavorare", denuncia Abderrahim Foudal, impiegato di una ditta che lavora in appalto per DHL, la Randstad srl e membro del sindacato di base. "I ritmi sono estenuanti, viene pretesa una velocità che va a discapito della nostra sicurezza". E affonda: "Non siamo macchine".

Interporto di Bologna: un problema di sicurezza?

È proprio il tema della sicurezza quello emerso maggiormente durante lo sciopero di mercoledì, durante il quale i manifestanti hanno anche denunciato una sempre maggiore precarietà conseguente all'aumento dei contratti interinali e del fenomeno di esternalizzazione del lavoro, sempre più diffuso all'Interporto di Bologna come in tanti altri comuni e regioni d'Italia.

"I contratti precari permettono di abbassare di molto il costo del lavoro e della manodopera, ma comportano anche un deterioramento della nostra qualità di vita a lavoro", denunciano ancora i Si Cobas. "Negli ultimi anni e mesi la situazione si è ulteriormente aggravata, in quanto prima rischiavamo di perdere soldi o il lavoro, ora rischiamo di perdere la vita".

Mentre si attendono i risultati delle perizie sul macchinario che ha ferito il giovane operaio e di conoscere il suo stato di salute, mercoledì 4 novembre è atteso un nuovo sciopero dei corrieri DHL e, alle 16, un incontro tra i Si Cobas e il neoeletto sindaco di Bologna Matteo Lepore.

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