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Omicron, cosa potrebbe succedere a gennaio: 30 milioni di persone chiuse in casa e rischio paralisi

Secondo Roberto Battiston, professore di Fisica all’Università di Trento, a causa della diffusione della variante Omicron, c’è il rischio paralisi a gennaio se non cambiano le regole sulla quarantena: “Rischiamo di ritrovarci in una sorta di lockdown non voluto”.
A cura di Ida Artiaco
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La variante Omicron corre veloce anche in Italia: se i contagi continuano ad aumentare al ritmo che abbiamo visto in questi giorni, quando è stato raggiunto il record di casi giornalieri nel nostro Paese, oltre 54mila in 24 ore, a gennaio si rischia la paralisi. A spiegare il perché è stato Roberto Battiston, professore di Fisica all'Università di Trento, che in una intervista a Repubblica ha delineato lo scenario che potremmo vedere realizzato già il mese prossimo, subito dopo Capodanno. "Il rischio – ha detto l'esperto – è che, applicando alla nuova variante le norme sulla quarantena e gli isolamenti fiduciari pensate in un'altra fase della pandemia, ci si ritrovi in un lockdown generalizzato di fatto, ma non deciso per decreto come quelli del 2020 e non calibrato sulla tenuta del sistema economico".

Il rischio, secondo Battiston, è concreto, visto quanto si sta diffondendo la variante Omicron. "A Natale – ha aggiunto – rappresentava il 40% dei casi, presto soppianterà la Delta. Se l'Italia replicasse i numeri del Regno Unito, sarebbe positivo un abitante su dieci. Considerando una media di quattro contatti per contagiato, c'è il rischio che a scopo precauzionale metà degli italiani sia tenuta in casa. È un tema serio, che ci ha preso in contropiede. È la prima volta da inizio pandemia che la frazione di positivi può diventare confrontabile alla popolazione complessiva. Per questo è auspicabile che siano riviste le norme su quarantena e isolamento, o rischiamo di ritrovarci in una sorta di lockdown non voluto. Inoltre il codice dei colori per le Regioni è stato concepito per una epidemia di intensità contenuta, non per l'impatto di Omicron nel contesto di una porzione ancora troppo consistente di non vaccinati". Sulla necessità di tenere isolati anche i vaccinati ha detto: "I dati ci dicono per ora che le due dosi più il booster proteggono abbastanza dall'infezione, e quindi, ovviamente, dalla malattia grave. Un livello di protezione che si abbassa un po', per l'infezione, in chi non ha fatto la terza dose. Ma il vero problema resta quel 10 per cento di adulti non vaccinati. Sono poco meno di sei milioni di persone e se Omicron, vista la sua alta capacità di diffusione, colpisse in modo sistematico ci ritroveremmo con migliaia di vittime e un sistema sanitario in tilt. Insomma, una nuova Bergamo, ma su scala nazionale".

Per questo, per Battiston, il lockdown per i non vaccinati "sembra effettivamente l'unico strumento a portata di mano per contenere gli effetti sanitari su valori accettabili. Ma non necessariamente la diffusione del contagio, perché sappiamo che i vaccinati possono essere, anche se in misura minore, portatori di Omicron. Le tre dosi proteggono dal contagio di Omicron al 75 per cento, ma al momento solo il 30 per cento degli italiani ha fatto la terza dose. Questo significa che il 22 per cento (30 per cento per 75 per cento) è teoricamente fuori dalla catena dei contagi: il restante 78 per cento può partecipare alla diffusione del virus. E qui il tema da sanitario diventa economico: se cioè, bloccando chi a causa di un contatto rischia di diventare portatore, non finiamo per fermare, in modo non programmato, gran parte del Paese".

Battiston non è stato l'unico a parlare di nuove norme per la quarantena e di lockdown per non vaccinati. L'infettivologo Matteo Bassetti ha detto in una intervista al Corriere della Sera che "stiamo correndo dietro al virus, rischiamo di farci fregare un’altra volta. La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i parenti stretti, se sono in salute. Per non parare dell’isteria dei tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi". Per Walter Ricciardi, invece, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, a "gennaio si andrà verso i 100mila casi al giorno. Ma non credo che tornerà il lockdown totale". Le restrizioni, ha aggiunto, saranno "solo per i No vax, perché a pesare sui sistemi sanitari saranno loro".

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