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Omicidio Yara, perché l’avvocato di Bossetti crede ci sia stato un errore nell’analisi dei reperti

Secondo l’avvocato Claudio Salvagni, che si occupa della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, il profilo di “Ignoto 1” non corrisponderebbe a quello del muratore. “Abbiamo ottenuto l’okay all’analisi dei reperti già 4 anni fa – ha dichiarato il legale a Fanpage.it -. Bossetti? Usato come colpevole per chiudere il caso”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono stati almeno sette i ricorsi fatti dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini per procedere con la visione e l'analisi dei reperti di Dna trovati sugli abiti di Yara Gambirasio, l'adolescente scomparsa e poi trovata morta 13 anni fa a Brembate di Sopra.

Secondo il team di legali che difende Massimo Bossetti, l'operaio condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dell'adolescente, il Dna trovato sui vestiti della ragazzina non sarebbe quello dell'uomo attualmente in carcere.

La condanna all'ergastolo confermata in tutti i gradi di giudizio si basa su un lungo percorso partito dall'analisi del Dna ritrovato sugli slip dell'adolescente. Nel corso dell'esame, si è arrivati ad individuare il profilo genetico di Ignoto 1 e poi, grazie a uno screening scrupoloso e migliaia di campionamenti, è stato possibile accostare l'identità di Bossetti al profilo ignoto.

Secondo la difesa dell'indagato, però, ci sarebbero state delle anomalie nell'esame delle tracce biologiche sugli abiti della ragazza e Ignoto 1 non potrebbe essere dunque Bossetti. Per esserne certi, però, i legali ritengono di dover analizzare le tracce biologiche sugli abiti della ragazza e non solo visionare le prove richieste. A Fanpage.it, l'avvocato Claudio Salvagni ha fatto un punto della situazione, riassumendo le tappe dei ricorsi fatti dal 2019 in poi.

Bossetti a processo per l'omicidio di Yara Gambirasio.
Bossetti a processo per l'omicidio di Yara Gambirasio.

"Abbiamo chiesto di poter analizzare i reperti ormai 4 anni fa dopo aver scoperto che c'erano altre provette disponibili tramite un'indagine giornalistica – ha ribadito Salvagni -. Abbiamo ottenuto nel novembre del 2019 l'autorizzazione a visionare i reperti ed esaminarli. Quando abbiamo chiesto in quali modalità procedere, ci è stato risposto che la nostra richiesta era inammissibile. Incredibilmente, verrebbe da dire, visto che avevamo ottenuto l'okay a procedere nel mese di novembre. Da quel momento in poi abbiamo iniziato una trafila di ricorsi infinita. Siamo al settimo, ormai".

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Avvocato, quando avrete notizie sul pronunciamento della Cassazione riguardo alla possibilità di analizzare i reperti?

Ancora non lo sappiamo. Noi avevamo chiesto di analizzare le prove e non solo l'autorizzazione a visionarle. Il materiale biologico, con annesso Dna, è il pilastro sul quale si fonda questo processo, giusto? Sappiamo che sugli abiti della 13enne è stata trovata una traccia di Dna poi assegnata al cosiddetto "Ignoto 1". Noi siamo convinti che Ignoto 1 non sia Bossetti e che ci sia stato un errore nell'analisi dei reperti.

Per provare la sua innocenza però abbiamo bisogno di analizzare le prove. Se non ci permettono di procedere, come facciamo a dimostrare la nostra tesi?

Massimo Giuseppe Bossetti
Massimo Giuseppe Bossetti

Se la tesi difensiva è quella dell'innocenza di Massimo Bossetti, allora chi è Ignoto 1?

Non lo sappiamo, non possiamo dirlo senza analizzare i reperti. È proprio questo il punto.

Cioè?

Già 4 anni fa avevamo ottenuto l'autorizzazione a visionare ed analizzare le prove che hanno retto il processo per la morte della povera Yara. Abbiamo iniziato a fare ricorso alla Corte di Cassazione perché, quando abbiamo chiesto le modalità per effettuare nuovamente l'esame della traccia di Dna trovata, ci è stato risposto che la nostra richiesta era inammissibile. Incredibilmente, perché è stato proprio il Tribunale a mettere nero su bianco che la difesa era autorizzata alla visione e all'analisi dei reperti. Abbiamo fatto notare la cosa e abbiamo sempre ottenuto ragione dalla Cassazione negli anni.

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E allora cosa è successo?

Nel maggio del 2023 la stessa Cassazione ha commesso un errore: ha sottolineato che 4 anni fa eravamo stati autorizzati a visionare le prove, ma non a procedere con l'analisi. Nel provvedimento però è scritto nero su bianco che possiamo procedere con un nuovo esame. Per questo motivo arriviamo al settimo ricorso alla Corte…

Dove la difesa segnala il nuovo errore, giusto?

Esatto. La stessa Cassazione, tra l'altro, ci aveva dato ragione in passato e aveva detto che il provvedimento per la visione e per l'analisi doveva essere eseguito in quanto intangibile. Aspettiamo adesso il pronunciamento e l'eventuale correzione di questa svista evidente in modo da poter procedere con l'analisi.

Avvocato, prima parlava di un errore nell'assegnazione del profilo di Ignoto 1 a Massimo Bossetti. In cosa consiste secondo lei?

Nel processo per l'analisi del Dna. Mi spiego: abbiamo evidenziato delle anomalie più che degli errori certi. Molte procedure non sono state eseguite secondo noi in modo rigido e consequenziale. Nell'analisi del Dna, se non si segue perfettamente la procedura, si arriva a un risultato che non dovrebbe neppure essere ritenuto utilizzabile, perché può facilmente condurre in errore. In questo caso, invece, il risultato di quell'analisi è stato pure ritenuto fondamento del processo e della sentenza di condanna.

Noi abbiamo evidenziato una situazione anomala che ci porta a dire che non sappiamo se il risultato sia veritiero. L'analisi dei reperti, se non fatta in un certo modo, può portare ad individuare una persona che magari non c'entra niente con l'omicidio. Non possiamo però sapere se c'è stato effettivamente uno sbaglio di questo tipo e neppure dove sia l'errore nel procedimento se non possiamo rianalizzare le prove. Per questo motivo per noi è importantissimo il pronunciamento della Cassazione per poter procedere.

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Non c'è il rischio che dopo 4 anni sia impossibile ottenere un risultato con una nuova analisi di quei reperti? È passato tanto tempo…

Dobbiamo comunque provarci fino alla fine. Se Bossetti è davvero vittima di un errore giudiziario, come crediamo, dobbiamo comunque provare ad arrivare al risultato che vogliamo dimostrare.

Secondo lei quindi perché il team della difesa non ha mai ottenuto l'okay per procedere alla nuova analisi dei reperti biologici? Avreste avuto l'autorizzazione già quattro anni fa, ma poi di fatto non avete mai potuto effettuare l'esame. Perché?

Non credo che il no ricevuto in questi anni sia legato alla paura di non aver svolto correttamente la procedura per individuare il colpevole della morte della 13enne. Il punto è che in un qualunque sistema democratico, una persona accusata di un omicidio sulla base della prova del Dna dovrebbe potersi difendere e dimostrare il contrario, soprattutto se continua a dichiararsi innocente. Perché a Bossetti questo non viene concesso? Io credo che non ci sia la volontà di mettere in dubbio l'identità del colpevole: in questo momento in carcere c'è un muratore. Abbiamo un colpevole, dunque non c'è la volontà di interrogarsi oltre. Si tratta di una conclusione amara e forse un po' cinica, ma credo che sia così.

L'esame sui reperti è stato effettuato dal Ris, senza che la difesa fosse coinvolta. Ci hanno detto che il Ris aveva ottenuto un risultato sicuramente giusto perché sono esperti e in sostanza ci è stato chiesto un "atto di fede" per credere a quanto risultava. Questo non è possibile, ovviamente, perché dobbiamo avere gli strumenti anche per poter dichiarare il contrario. All'epoca ci dissero che rianalizzare le prove non era necessario, poi che le provette erano terminate e che tutto i materiale era stato sottoposto ad esame.

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