Omicidio Yara, la lettera di Bossetti dal carcere: “Mi vergogno di essere italiano”

Si sfoga attraverso una lettera inviata al settimanale “Oggi” Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo condannato un mese fa all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita esattamente tre mesi dopo. “Sono deluso e amareggiato di fronte a tutta questa ingiustizia. Mi vergogno altamente di essere italiano ma resto molto fiero di non aver venduto la mia innocenza”, scrive Bossetti al settimanale, firmando la sua lettera “Vostro Guerriero Massy”. Lo stesso settimanale nei mesi scorsi, prima della sentenza di condanna, aveva pubblicato le lettere che il muratore di Mapello aveva scritto ai familiari e nelle quali faceva intuire anche il pensiero di togliersi la vita. Ora, invece, dopo la condanna all’ergastolo, Bossetti sembra intenzionato a combattere per ribaltare la sentenza di primo grado. “Abbraccerò e sosterrò con forza, dignità sempre a testa alta questa pesante e ingiusta mia croce e soprattutto non mollerò mai fino alla fine ma la porterò con molto coraggio, quel coraggio che mai potrà mancare agli innocenti”, così ancora Bossetti nella sua lettera. Già pochi giorni dopo la condanna all’ergastolo Bossetti aveva fatto sapere di non volere “arrendersi” e di non comprendere il presunto accanimento nei suoi confronti.
Del muratore di Mapello condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio ha parlato recentemente anche la sorella di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno che secondo la scienza è il padre naturale del presunto assassino della ragazzina. La donna, la signora Vittoria Guerinoni, ha detto che secondo lei Bossetti doveva essere sincero sin dall’inizio di questa storia. E ha criticato la madre dell’uomo, che nonostante il test del dna ha sempre negato di aver avuto una relazione con Guerinoni dalla quale sarebbe nato suo figlio Massimo.