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Omicidio-suicidio Rivara, Andrea ucciso nel sonno: “Il padre ha atteso si addormentasse”

Il piccolo Andrea, ucciso dal padre Claudio Baima Poma nella loro casa a Rivara (Torino), sarebbe morto nel sonno. L’uomo, operaio di 47 anni, avrebbe aspettato che si addormentasse prima di sparagli un colpo di pistola. Poi il padre, che poco prima aveva scritto un lungo post su Facebook, ha rivolto l’arma contro se stesso.
A cura di Susanna Picone
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Per uccidere il piccolo Andrea, il padre Claudio Baima Poma avrebbe aspettato che si addormentasse, per poi sparargli un colpo al cuore. Dopo l’uomo, operaio in un'azienda meccanica di 47 anni, ha girato l’arma che custodiva illegalmente contro se stesso e ha premuto di nuovo il grilletto. Sono gli ultimi dettagli emersi sull’omicidio suicidio avvenuto la notte tra domenica e lunedì a Rivara, nel Torinese, dove Baima Poma ha ucciso il figlio di 11 anni prima di togliersi la vita. Il piccolo Andrea sarebbe morto nel sonno, ucciso dal padre che poco prima aveva pubblicato un lungo post su Facebook rivolgendosi alla ex moglie. Entrambi, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, erano in pigiama.

I due corpi nella camera da letto – La pistola usata per l’omicidio-suicidio, sulla quale sono in corso gli accertamenti dei carabinieri, era stata caricata con due soli colpi i cui bossoli e ogive sono stati ritrovati accanto ai corpi senza vita, entrambi sul letto matrimoniale della casa in cui viveva l’operaio. Quando i carabinieri sono arrivati nella casa in via Beltramo a Rivara la tragedia si era già consumata: i militari hanno trovato in camera da letto il corpo dell’uomo addosso a quello del figlio Andrea, entrambi morti.

Il lungo post su Facebook prima del delitto – Claudio Baima Poma aveva annunciato su Facebook l'omicidio del figlio e il suo successivo suicidio. In un lungo post l'uomo aveva raccontato la sua depressione, scaricando responsabilità del gesto sull'ex moglie. "Noi partiamo per un lungo viaggio, dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto, lontano dalla sofferenza", aveva scritto. A dare l’allarme era stata una amica dell’uomo, che aveva notato il post su Facebook. Ma quando i carabinieri sono arrivati era già troppo tardi. "Erano molto legati, al massimo pensavo potesse fare del male a me. Non a nostro figlio”, le parole della mamma di Andrea, che non stava più insieme all’omicida da un anno e mezzo circa.

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