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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Omicidio Scazzi, dopo 13 mesi depositate le motivazioni della sentenza d’appello

In seguito alle aspre polemiche scatenate durante le scorse settimane a causa del ritardo di oltre un anno accumulato dal giudice relatore del caso Scazzi, stamattina sono state depositate le 1277 pagine di motivazioni della sentenza relativa all’omicidio di Sarah Scazzi.
A cura di Charlotte Matteini
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sabrina misseri pre arresto
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Tredici mesi dopo la sentenza di convalida dell'ergastolo emessa il 27 luglio del 2015 dalla Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Taranto, sono state depositate le motivazioni dal giudice relatore Susanna De Felice, finita nell'occhio del ciclone poche settimane fa, dopo la denuncia dell'avvocato di Sabrina Misseri che portava all'attenzione dell'opinione pubblica il grave ritardo del collegio giudicante che, proroga dopo proroga, dopo un anno ancora non aveva dato contezza delle ragioni per cui Sabrina Misseri e Cosima Serrano erano di nuovo state condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto di 6 anni fa. 

Nelle 1277 pagine di motivazioni depositate in cancelleria questa mattina, il giudice relatore ha descritto per filo e per segno il ragionamento giuridico che ha portato il collegio giudicante a confermare l'ergastolo per le due presunte colpevoli – presunte perché fino alla sentenza di merito della Corte di Cassazione le due donne sono ancora formalmente innocenti, secondo Costituzione – e per quali motivi vengono ritenute le esecutrici dell'atroce delitto che costò la vita alla giovane Sarah Scazzi, uccisa a soli 15 anni ad Avetrana.

Dal giorno del deposito, ovvero oggi, i legali delle due imputate avranno 45 giorni per studiare le 1277 pagine di motivazione e disporre il ricorso da presentare in Cassazione, dove verrà posta la parola fine a questa lunga e tortuosa vicenda giudiziaria, presumibilmente nei primi mesi del prossimo anno.

Il 15 ottobre Sabrina Misseri potrebbe uscire dal carcere

Il ritardo nella consegna delle motivazioni ha prodotto inoltre un'altra coda di polemica, perché proprio a causa delle numerose proroghe richieste dal giudice relatore della sentenza, si è arrivati a ridosso della decorrenza dei termini di custodia cautelare di Sabrina Misseri che, arrestata il 15 ottobre del 2010, risulta attualmente sottoposta a custodia cautelare da quasi 6 anni e la legge italiana, secondo l'articolo 303 del Codice di Procedura Penale, fissa il termine massimo della carcerazione preventiva in assenza di condanna passata in giudicato proprio in 6 anni. Se è pur vero che l'articolo 303 del codice di procedura penale dispone una durata massima ben precisa della custodia cautelare, è anche vero che per confermare la scarcerazione, e quindi permettere all'imputata di attendere la propria sentenza di condanna o assoluzione a "piede libero", è necessaria un'udienza di convalida della scarcerazione, udienza che verrà celebrata proprio dalla giudice relatore, Susanna De Felice.

Nonostante i difensori della Misseri abbiano più volte chiesto la scarcerazione della ragazza e il passaggio agli arresti domiciliari in una comunità diocesana del Centro Italia, i magistrati hanno sempre rifiutato di concederla sostenendo che la giovane fosse un soggetto pericoloso con tendenza ad avere "prevedibili impulsi aggressivi". Nell'udienza di scarcerazione, che dovrebbe celebrarsi intorno alla fine del mese di settembre, si dovrà quindi decidere se lasciare a piede libero la 28enne di Avetrana in attesa della condanna della Cassazione oppure se aumentare i termini di decorrenza della custodia cautelare includendo nel computo degli anni anche i tempi previsti per il deposito delle sentenze di primo e secondo grado, andando quindi ad aumentare i 6 anni disposti dall'articolo 303 di un ulteriore anno circa.

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