Omicidio Ravenna, il dermatologo Cagnoni “Avevo chiesto io la separazione”

Matteo Cagnoni, il noto dermatologo in carcere a Firenze con l’accusa di aver ucciso a colpi di bastone la moglie Giulia Ballestri, si difende: “Non avevo timore di essere lasciato e dopo aver tenuto in piedi il matrimonio con molti sforzi, per un anno, sono stato io a chiedere la separazione. Il geloso ossessivo non ero io, ma l’amante che la tormentava". Il 51enne ravennate in un incontro avuto nel carcere di Sollicciano con il consigliere regionale della Lega, Jacopo Alberti, è tornato a ribadire la sua innocenza riguardo l'omicidio avvenuto il 16 settembre in una villa di famiglia a Ravenna. Secondo quanto riportato dal QN, Cagnoni ha aggiunto di pensare "intensamente a Giulia" con cui avrebbe avuto "buoni rapporti nonostante da circa un anno ci fosse una crisi coniugale".
Cagnoni si difende
Crisi che da entrambi è stata affrontata “nel migliore dei modi, cercando di evitare discussioni davanti ai figli che non hanno percepito alcun problema fra noi". Secondo quanto pubblicato da alcuni quotidiani, Cagnoni aveva chiesto alla moglie di non vedere più il nuovo compagno, fino alla definizione della separazione. I pm poi evidenziano che un altro prova che incastrerebbe Cagnoni sono le ferite sul suo corpo: “Me le sono procurate risalendo una collina nel bosco- spiega lui -. Mi sono allontanato sull’onda di un forte impatto emotivo, a causa di una precedente traumatica perquisizione notturna di alcuni anni prima, per cui sono stato poi prosciolto, ma che mi ha traumatizzato”.
Il dermatologo denunciato dai familiari della moglie
Ma intanto la famiglia della vittima ha presentato una denuncia nei confronti di Cagnoni "poiché – spiega il legale Giovanni Scudellari – si è appreso che nei confronti di Giulia Ballestri si sarebbero concretizzate gravissime condotte di tipo vessatorio e continue azioni di illecita interferenza nella sua vita privata ad opera del marito, anche attraverso un’illegale attività di intercettazione". I riferimenti sono alle presunte interferenze nella vita privata della 40nne: dal telefono clonato, passando per il gps per seguire i movimenti di Giulia Ballestri, gli scatti rubati, grazie anche all’ingaggio di un investigatore privato. Inoltre, avendo appreso dalla stampa di pedinamenti e ricatti a opera di Cagnoni, l’avvocato Scudellari pensa che “si possa configurare il reato di stalking”.