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Omicidio Minerbio, il camionista arrestato: “È stato un incidente”, sull’asfalto nessuna frenata

Il presunto omicidio è avvenuto venerdì mattina davanti allo zuccherificio Coprob di Minerbio, in provincia di Bologna. In manette un 51enne calabrese, collega della vittima. Al vaglio degli inquirenti, il cronotachigrafo che ha segnato un’accelerazione da 0 a 40 chilometri orari in un tragitto di meno di 60 metri.
A cura di Biagio Chiariello
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Nessun segno di frenata sull’asfalto, e gli accertamenti sul cronotachigrafo, lo strumento usato per monitorare i tempi di guida e di pausa degli autotrasportatori, avrebbe registrato un’accelerazione da 0 a 40 chilometri orari in uno spazio di circa 60-70 metri. Sono gli elementi sui quali si stanno focalizzando i Carabinieri per ricostruire il presunto omicidio avvenuto venerdì mattina davanti allo zuccherificio Coprob di Minerbio, in provincia di Bologna. Nfir Rachid, 47enne di origini marocchine, residente a Cittanova (RC), è stato travolto da un mezzo pesante, guidato da C.R.G., 51enne con precedenti residente a Rosarno (RC).  Arrestato, deve rispondere di omicidio volontario.

Forse una lite per motivi stradali ad innescare il presunto omicidio

Nfir, secondo la ricostruzione dei militari, coordinati dal pm Mariangela Farneti, probabilmente dopo una lite per motivi stradali è stato investito dal 51enne anche lui conducente di un mezzo pesante. Subito dopo la tragedia, un amico della vittima, ascoltato dai carabinieri, aveva parlato di un gesto volontario, motivato dal rancore per mancate precedenze, oltre che screzi lavorativi tra i due camionisti. L’indagato, sotto choc nella sua cella alla Dozza, nega tutto: “Rachid non l’ho ucciso volontariamente , è stata una tragedia. Non ho accelerato – avrebbe ribadito –, non sono riuscito ad evitarlo”. Il 51enne si sarebbe difeso dicendo poi di essere stato intimorito dal collega marocchino che, armato di mazzetta da muratore, gli si sarebbe parato davanti con l’intenzione di colpirlo e che per fuggire lo avrebbe travolto accidentalmente. Sia Rachid, sia il 51enne lavoravano per una ditta che fornisce barbabietole a uno zuccherificio

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