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L'omicidio di Alice Neri

Omicidio Alice Neri, chiesti 30 anni per Gaaloul: dubbi sul movente e sul presunto “terzo uomo”

Chiesti 30 anni per Mohamed Gaaloul, accusato dell’omicidio di Alice Neri, trovata carbonizzata nel 2022 nella sua auto a Fossa di Concordia. La difesa insiste sull’innocenza, mentre il legale del marito solleva dubbi sul movente e sulle indagini, parlando di un possibile “terzo uomo”.
A cura di Biagio Chiariello
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Alice Neri e Mohamed Gaaloul
Alice Neri e Mohamed Gaaloul
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Trent’anni di carcere. È questa la condanna chiesta dalla pubblica accusa per Mohamed Gaaloul, il 30enne tunisino imputato per l’omicidio di Alice Neri, la giovane madre di Ravarino trovata carbonizzata nel bagagliaio della sua auto a Fossa di Concordia, il 18 novembre 2022. Il delitto risale alla notte precedente, tra il 17 e il 18 novembre.

Il processo si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise, presieduta dalla dottoressa Ester Russo. Gaaloul, accusato anche di soppressione di cadavere, ha sempre respinto le accuse dichiarandosi estraneo ai fatti.

La lunga requisitoria dei pubblici ministeri Claudia Natalini e Giuseppe Amara si è conclusa questa mattina con la richiesta della pena. "Un delitto gravissimo – ha detto Natalini – con più colpi inferti e un corpo dato alle fiamme. Chiediamo trent’anni di reclusione e, a pena espiata, l’espulsione dal territorio nazionale".

Successivamente ha preso la parola l’avvocato Antonio Ingroia, ex pm, che rappresenta il marito della vittima, Nicholas Negrini. In aula, Ingroia ha espresso dubbi sull’intera impostazione dell’indagine, sottolineando l’esigenza di una verità piena e non parziale.

"Negrini chiede che venga individuato il colpevole, non un colpevole qualsiasi", ha ribadito il legale, evidenziando come il movente dell’omicidio non sia mai stato chiarito. Nel suo intervento, Ingroia ha richiamato più volte la figura del cosiddetto “terzo uomo”, un collega di Alice, sostenendo che le indagini su di lui siano state condotte con eccessiva superficialità.

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La Corte d’Assise sarà ora chiamata a esaminare con attenzione tutti gli elementi raccolti, in un processo che si basa prevalentemente su indizi e che presenta ancora molte zone d’ombra. L’esito, al momento, è tutt’altro che scontato.

Nel frattempo, nella precedente udienza, la Corte ha disposto il dissequestro della salma di Alice Neri, consentendo alla famiglia di organizzarne la sepoltura. Un ultimo, doloroso saluto, atteso da quasi tre anni.

La sentenza è prevista per il 16 luglio.

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