Nuovo colpo di scena sul caso Ilva: il gip revoca l’incarico a Ferrante

Dopo la notizia di ieri che il gip Patrizia Todisco ha stabilito lo stop della produzione negli impianti sotto sequestro di Taranto, decisione seguita da un carico di polemiche, è arrivata un altro provvedimento destinato a far discutere. Il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, viene escluso dal pool di custodi: per il gip del tribunale di Taranto, infatti, è “manifesta l’incompatibilità” del presidente dell’acciaieria con “l’ufficio pubblico di custode ed amministratore delle aree e degli impianti dello stesso stabilimento sottoposti a sequestro preventivo”. C’è insomma un palese conflitto di interessi per Ferrante, secondo Patrizia Todisco. Nell’ordinanza il gip rileva che l’azienda (secondo quanto appreso da fonti giornalistiche) ha deciso di impugnare il provvedimento con il quale si stabilisce, appunto, che gli impianti sequestrati dell’Ilva non possono essere utilizzati per produrre e si specificano i compiti dei custodi.
Ferrante era stato nominato dal Tribunale del Riesame – Già ieri Ferrante aveva appreso di non essere più custode e amministratore degli impianti sequestrati, a differenza di quanto stabilito dal Tribunale del Riesame. Bruno Ferrante era stato, infatti, nominato dal Riesame al posto di Mario Tagarelli, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Taranto, indicato a sua volta dalla Todisco nella prima ordinanza sull’Ilva. Ora si capovolgono di nuovo le cariche: il gip, col suo terzo provvedimento, ha richiamato infatti in campo Tagarelli. Quest’ultimo provvedimento sul presidente dell'Ilva è stato notificato ieri sera intorno alle 21, e segue appunto le dichiarazioni che nel pomeriggio aveva fatto Ferrante, preoccupato per il futuro dell’azienda.