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Non solo Schettino, l’inchino delle navi straniere alla costiera amalfitana

Due navi da crociera di compagnie straniere passano contemporaneamente sotto costa a Ravello; una delle quali è finita alla deriva, lo scorso marzo, con a bordo 600 passeggeri. E la mente va subito alla tragedia del Giglio.
A cura di Biagio Chiariello
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Un inchino doppio davanti alla costiera amalfitana. Uno spettacolo per chi è a bordo, ma soprattutto per chi lo ammira dalla terraferma. Ma non sempre, lo sappiamo bene. La stessa pratica, infatti, lo scorso gennaio nei pressi dell'Isola del Giglio, ha portato alla morte di 40 persone. Per quanto la tragedia della Concordia sia ancora viva nei nostri ricordi, l'immagine pubblicata dal Corriere della Sera ci riporta con la mente al drammatico naufragio della nave da crociera italiana. Ad "omaggiare" le affascinanti coste di Ravello, però, non è Francesco Schettino, ma i capitani di due navi straniere. Una delle quali è la Azamara Quest, battente bandiera maltese, che lo scorso marzo è finita alla deriva nell’Oceano Pacifico con a bordo 600 passeggeri.

Non è bastato il dramma della Concordia, dunque. Non le vittime, le polemiche, i risarcimenti, le ricostruzioni del naufragio che si poteva evitare, le rassicurazioni e i discorsi fatti nei mesi successivi alla tragedia e proseguiti fino a ieri. Non è bastata la stretta agli "inchini" del Governo che dal 7 marzo ha approvato un vero e proprio decreto «salva coste», che impone alla navi superiori alle 500 tonnellate il divieto alla navigazione entro 2 miglia dalle aree cosiddette "protette". Quella manovra tanto spettacolare quanto pericolosa è troppo importante per le imprese del turismo. Non è certo un caso se Federalberghi e Ascom Confcommercio lo scorso maggio si sono rivolte direttamente al Governo, chiedendo di chiudere un occhio sugli "inchini":

Nel solo 2011 sono sbarcati ad Ischia 7500 crocieristi ma l'emanazione del decreto 2/3/2012 contenente disposizioni per limitare o vietare il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale, vanifica di fatto tutti gli sforzi operati per rendere appetibile la visita e la sosta per il nostro territorio troncando completamente tutte le condizioni di lavoro create, comportando la cancellazione di tutti gli accosti programmati per l'anno 2012 e lasciando nel più assoluto sconcerto aziende e lavoratori impegnati in tale attività.

Insomma, senza "inchini" non si lavora?

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