“Negato ultimo abbraccio a mio marito morente”. La replica: “Procedura corretta”

Non ha potuto abbracciare suo marito per l'ultima volta ed ha raccontato la tristissima e commovente vicenda in una lettera aperta pubblicata ieri su Repubblica. La moglie di Alcibiade Parise, morto il 19 settembre scorso al Policlinico di Bari, ha tuttavia ricevuto una risposta dal direttore generale del nosocomio Vitangelo Dattoli, che si è detto profondamente colpito da quanto accaduto ma ha difeso l'operato di medici e infermieri quel giorno in servizio: "La procedura è stata correttissima da un punto di vista sanitario, ma la serrata serie di esami può aver creato qualche sbavatura da un punto di vista emotivo ed empatico". Il dottor Dattoli – pur difendendo l'operato del personale in servizio – ha dichiarato di necessitare di 2 giorni per avere un quadro più preciso della situazione. "Non è una vera e propria inchiesta interna – assicura -, perché voglio comprendere appieno la situazione ma ho già avuto garanzie sull'efficienza. La situazione è stata particolare, in quanto il marito della signora è arrivato in condizioni gravissime ed è stata necessaria una ferratissima serie di esami diagnostici". Sarebbe stata la difficoltà di quei frangenti a spingere i medici a relazionarsi con la moglie del paziente in modo non ottimale, provocando un comportamento che ha spinto Rosa Mastrangelo a denunciare: "Tutte le regole di trasparenza, di umanità e di etica sono state violate".
Per il direttore del Policlinico di Bari la reazione della donna è in parte comprensibile: "I medici sono stati presi dalla necessità di assistere nel miglior modo possibile il paziente – evidenzia il direttore generale del Policlinico – e probabilmente si è creato qualche equivoco. Tra l'altro – conclude – la procedura quando ci sono casi di codice rosso prevede proprio l'isolamento del paziente e quindi anche la moglie, purtroppo, non poteva restare in sala. Probabilmente, però, va ammesso che c'è stata poca empatia a fronte di questa patologia cronica".