“Nata con una cardiopatia congenita, sono stata operata 23 anni fa e sto bene: quella cicatrice è la mia forza”

A sei mesi di vita il primo intervento al cuore, a 12 anni il secondo. Sono passati altri 23 anni da quel momento difficile, e il caso di Ilaria Masi è più unico che raro: è riuscita a vivere più del doppio di chi nasce con una cardiopatia come la sua. È stata proprio la ragazza, classe 1990, di Ancona, a contattare Fanpage.it e a raccontare la sua storia di coraggio, dopo aver letto quella di Martina Nasoni, ex concorrente del Grande Fratello operata di recente al cuore.
Ilaria è nata con una cardiopatia congenita: la Tetralogia di Fallot, detta anche sindrome del bambino blu. Nella notte tra il 23 ed il 24 maggio 1991, a soli sei medi di vita, dopo uno scompenso cardiaco dietro la crescita dei primi dentini, è stata operata d'urgenza a cuore aperto per la prima volta dal luminare della Cardiochirurgia siciliana, il prof. Carlo Marcelletti. L'intervento andò benissimo, lei cominciò a parlare, a camminare e poi anche a danzare. Ma – ci ha raccontato Ilaria – "iniziavo ad essere affaticata. Non riuscivo più a ballare. Persino alzare un braccio era diventato faticoso. Non riuscivo più a far nulla. Stavo perdendo il controllo di tutto e della mia vita. Il cuore era sofferente ed io con lui".
Così, il 25 giugno 2002, a 12 anni, arrivò a Palermo per la seconda operazione a cuore aperto sempre col dott. Marcelletti. "Il cuore ormai era agli ultimi battiti. Io ero stremata. Passa qualche giorno. Era il 1 luglio", ha aggiunto la ragazza, che dopo aver superato l'intervento e la convalescenza, è tornata a casa. Ma anche in quel caso non sono mancate le difficoltà. "Non avevo messo in conto che quella cicatrice che avevo sul petto sarebbe stata oggetto della cattiveria delle persone. Quasi un atto di bullismo. Che brutta! Copriti!, mi dicevano. Quante lacrime. Fino a quando un giorno allo specchio mi sono immaginata senza quel segno. Senza quello non sarei stata più la stessa. Non sarei stata io. Quella che ha lottato con unghie e denti per vivere. Porto sulla mia pelle il tatuaggio più bello, perché senza quella cicatrice non sarei qui a raccontare di quanto bella possa essere la vita. È diventato il mio punto di forza, da mostrare con grandissimo orgoglio".
Oggi, a 23 anni da quella operazione, Ilaria sta bene, lavora nel mondo della comunicazione, racconta la sua storia e trascorre parte delle sue giornate in palestra: "Come dico sempre: la vita è un tappeto elastico. Ci saranno momenti in cui sarai in alto e momenti in cui toccherai il fondo. L'importante è che tu non smetta mai di saltare", ha concluso.