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Nascondevano i rifiuti nei capannoni: oltre 300 persone denunciate in Veneto

Più di 300 persone sono state denunciate nell’ambito di un’attività diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Venezia e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Venezia. Gli indagati utilizzavano capannoni e aree esterne per lo stoccaggio illecito dei rifiuti.
A cura di Davide Falcioni
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Traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e responsabilità amministrativa. Sono le pesanti accuse rivolte a oltre 300 persone indagate nell'ambito di un'attività diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Venezia e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Venezia.

Le indagini, che sono scattate alla fine del 2016 dopo il sequestro di un capannone colmo di rifiuti avvenuto in Albignasego (Padova), hanno permesso di individuare un gruppo di soggetti (alcuni dei quali già noti per le illecite operazioni attuate nel settore dello smaltimento dei rifiuti) attivi nella ricerca di capannoni o comunque di aree esterne, da utilizzare per lo stoccaggio illecito dei rifiuti, realizzando in questo modo delle vere e proprie discariche abusive.

Perquisizioni e sequestri di capannoni sono state fatti a Boara Pisani (Padova), Loria (Treviso), Breda di Piave (Treviso), Agna (Padova) ed Occhiobello (Rovigo). Complessivamente cinque capannoni e due aree esterne sono state poste sotto sequestro perché vi erano stati stoccati rifiuti per circa 1500 tonnellate, per un illecito introito stimato in oltre 500.000 euro, derivante dal mancato smaltimento dei rifiuti. Il ritiro dei rifiuti ha interessato anche alcune aziende artigianali campane (soprattutto rifiuti plastici) o toscane (in prevalenza rifiuti tessili): in quest'ultima regione gliinquirenti hanno ricostruito circa 210 conferimenti di rifiuti da parte di alcune ditte che avevano ceduto, saltuariamente, materiale tessile. Accertata la responsabilità di 306 titolari di altrettante ditte che avevano conferito i propri scarti tessili ad imprese non autorizzate alla raccolta, al trattamento, allo smaltimento né al trasporto dei rifiuti.

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