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Nada Cella, spunta un nuovo testimone: la Procura potrebbe chiedere la riapertura del processo

Cold case Nada Cella: spunta un nuovo testimone le cui dichiarazioni potrebbero spingere la Procura a chiedere la riapertura del processo per portare a giudizio l’unica indagata al momento per l’omicidio avvenuto 27 anni fa, Annalucia Cecere.
A cura di Ida Artiaco
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Possibile, nuova svolta nel caso relativo alla morte di Nada Cella, la segretaria uccisa nel maggio del 1996 a Chiavari nello studio in cui lavorava, quello del commercialista Marco Soracco.

Un nuovo testimone afferma di aver visto Annalucia Cecere, l'ex maestra attualmente indagata, sul luogo e nell'ora del delitto. È questo l'ultimo elemento emerso nelle indagini sull'omicidio della donna, mai risolto.

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Questa nuova testimonianza, oltre ad altri elementi raccolti dagli investigatori, potrebbero spingere la Procura a chiedere la riapertura del processo per portare a giudizio l'unica indagata di omicidio volontario.

La Cecere, che oggi ha 54 anni e che da tempo abita in una frazione di Cuneo, a un passo da Boves, si è sempre dichiarata innocente e sinora non è stato possibile ricondurre a lei il delitto, anche perché il dna dell'assassino è parziale.

"Siamo in possesso di un codice genetico incompleto, che non ha tutti i 21 elementi utili a effettuare una comparazione attendibile", si conferma in ambienti investigativi. E sempre in base a quanto trapela da fonti giudiziarie, la causa sarebbe da cercare soprattutto nella conservazione non proprio corretta dei campioni negli ultimi 27 anni.

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Nada Cella fu uccisa nel maggio del 1996. Il suo datore di lavoro era stato il principale sospettato, ma la sua posizione era stata infine archiviata. Nel nuovo fascicolo, aperto nel 2021, si è ritrovato indagato con la madre ultraottantenne Marisa Bacchioni per false dichiarazioni a favore proprio delle Cecere.

Quest'ultima avrebbe ucciso Nada per gelosia, perché voleva prenderne il posto in ufficio nelle predilezioni di Soracco. Non sono mancate testimonianze precedenti. Tra queste, quella di una donna che aveva raccontato ai carabinieri di aver visto Cecere la mattina della morte di Nada allontanarsi col suo motorino proprio da via Marsala, dove si trovava lo studio del commercialista.

Ma la nuova testimonianza, diretta e registrata di recente, potrebbe spingere i pubblici ministeri a chiedere per lei il giudizio.

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