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Ultime notizie sull'omicidio di Nada Cella

Nada Cella, il mistero del floppy disk scomparso e i bottoni ritrovati a casa di Annalucia Cecere

La trasmissione “Chi l’ha visto?” ha nuovamente puntato i riflettori sui misteri collegati alla morte di Nada Cella del 1996. Pochi giorni prima del delitto, la ragazza avrebbe preso dall’ufficio un floppy disk mai ritrovato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nella giornata di ieri 2 dicembre 2021 la trasmissione "Chi l'ha visto?" in onda su Rai3 è tornata sul caso di Nada Cella, la giovane uccisa all'interno dello studio del suo datore di lavoro, il commercialista Marco Soracco, nel maggio del 1996. Una testimone raccontò in un'intercettazione telefonica con la mamma del commercialista di aver visto una donna allontanarsi dal luogo del delitto. Indossava una donna e un gilet con dei bottoni decorati. Aveva le mani sporche di sangue. Gli inquirenti si recarono sul posto per accertare la veridicità di quanto detto e trovarono alcune tracce ematiche sul selciato. Dopo 25 anni ancora nulla si sa sull'accaduto. Indagata nuovamente per l'omicidio Annalucia Cecere, allora poco più che 20enne proprio come Nada. Agli inquirenti la donna ha detto che quel giorno era andata a lavorare presso lo studio di un dentista come da programma. Sono tanti i misteri relativi al delitto del 1996. La polizia indaga sull'accaduto e sta cercando di porre un punto a una serie di domande irrisolte

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Il mistero del floppy disk

Secondo quanto raccontato proprio dalla mamma di Soracco alla trasmissione di Rai3 in quegli anni, Nada si era recata in ufficio due giorni prima del delitto. "Mi ha detto di essere venuta per parlare con mio figlio – spiegava – perché temeva di aver dato alcune informazioni sbagliate a una cliente. Ha acceso il computer e ha estratto un dischetto che poi ha messo in borsa". Questo reperto non è mai stato ritrovato. Perché il dischetto non era nella borsa di Nada? Cosa conteneva? La mamma di Nada racconta ai microfoni della trasmissione Rai di aver discusso poco tempo prima dell'omicidio con sua figlia in merito alla morte di una donna che si era suicidata a causa dell'usura. "Stavamo guardando la televisione – spiega mamma Silvana – e quando abbiamo sentito questa notizia al tg, lei è apparsa molto turbata. Mi ha solo detto che credeva ci fossero tanti casi di usura anche a Chiavari ma non mi ha mai spiegato perché". Il mistero si infittisce davanti a un'intercettazione che ha come protagonista Marco Soracco, datore di lavoro della vittima, e un suo amico. All'uomo diceva che presto la segretaria se ne sarebbe andata e che a quel punto i giornali avrebbero riportato un importante sconvolgimento. La natura di questo riferimento però non è mai stata verificata.

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I legami con Anna Lucia Cecere

Nuovamente indagata per il delitto è Annalucia Cecere, oggi 53enne. La donna secondo gli inquirenti potrebbe aver agito per gelosia. Questo è quanto riportano anche alcune intercettazioni realizzate nel 1996: alcune conoscenti di Soracco hanno chiamato al telefono dopo il delitto per chiedere chiarimenti in merito a una "ragazza madre indagata". Un'amica di Soracco lo aveva chiamato nel mese di luglio per chiedergli come avessero fatto gli inquirenti a collegare la donna alle indagini. "La conoscenza era solo occasionale" aveva detto Soracco al telefono. Nonostante questo, però, non ha mai negato di aver avuto una relazione con Cecere. Ha fornito una versione differente agli inquirenti, sostenendo di averla conosciuta "solo di vista". "Penso non sia stata detta la verità. Soracco ha dato una versione dei fatti agli inquirenti e una alle persone con cui ha parlato al telefono" ha spiegato ancora la mamma di Nada.

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Il bottone sulla scena del crimine

Sulla scena del crimine è stato ritrovato un bottone con l'incisione di una stella sulla superficie. Bottoni molto simili sono stati ritrovati anche a casa di Annalucia Cecere dai carabinieri che hanno ricevuto la segnalazione di una testimone nel 1996. La donna aveva consigliato alle forze dell'ordine di indagare ulteriormente su Cecere. I carabinieri ritrovarono cinque bottoni in un cassetto dell'abitazione della donna, ma non comunicarono il ritrovamento alla polizia che nel frattempo stava indagando su Marco Soracco. Per questo motivo, quattro giorni dopo la perquisizione, Cecere uscì dalle indagini e la sua posizione fu archiviata.

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