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Ultime notizie sull'omicidio di Nada Cella

Nada Cella, collabora uno dei preti interrogati: “In Chiesa conoscevano i dettagli dell’omicidio”

Uno dei sacerdoti interrogati in Procura a Genova avrebbe fornito elementi utili agli inquirenti che stanno indagando sulla morte di Nada Cella.
A cura di Chiara Ammendola
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Che l'ambiente ecclesiastico fosse a conoscenza di dettagli circa la morte di Nada Cella ne è certa la Procura di Genova che ha riaperto dopo 25 anni le indagini sulla morte della segretaria 24enne barbaramente uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco, il 6 maggio 1996. Per questo il sostituto procuratore Gabriella Dotto, a capo della nuova inchiesta che vede indagata per omicidio volontario l'ex insegnante Annalucia Cecere, 53 anni, ha convocato una decina di sacerdoti. Uno tra questi, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe iniziato a collaborare fornendo così elementi utili a ricostruire cosa sia accaduto quella mattina nel condominio di via Marsala numero 14.

In attesa del responso degli esami sulle tracce di sangue trovate nel sottosella del motorino di Annalucia Cecere, gli investigatori sono al lavoro per rintracciare l'autrice della telefonata anonima effettuata tre mesi dopo il delitto a casa proprio di Marco Soracco: ad alzare la cornetta fu prima la madre dell'uomo Marisa Bacchioni e poi lo stesso commercialista. Nei giorni scorsi la Procura ha diffuso alcuni stralci di quella telefonata nella quale la donna, che si era presentata come una ragazza ma che la cui voce tradiva un'età più avanzata, spiega di aver visto l'ex maestra quella mattina sotto l'ufficio di Soracco sporca di sangue: "L'ho vista che andava via col motorino, l'ho vista tutta sporca che metteva tutto sotto la sella. L'ho salutata e manco mi ha guardata". Di quanto aveva visto la testimone anonima aveva informato "anche gli avvocati del Soracco e della morta, nonché la Curia di Chiavari".

E il sospetto, allora così come oggi, è che quella testimone si nascondesse in un convento dove furono poste anche delle microspie: intercettazioni durate due settimane che però hanno portato a un nulla di fatto. In un altro audio la voce al telefono dice che erano in cinque in auto e che le altre però avevano deciso di stare zitte: "Si la conoscono signora. È che stanno tutte zitte. Le altre stanno tutte zitte ma eravamo diverse. Io non faccio nomi ma eravamo diverse, io non so perché le altre non parlano. Eravamo in cinque". Per questo fra le ipotesi sulle altre "quattro che stanno zitte", come aveva raccontato la testimone misteriosa, c'è anche quella che possano essere consorelle.

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