Muore a 39 anni per una polmonite “curata male”: risarcimento da un milione di euro per i familiari

Nel novembre 2015 un artigiano di 39 anni di Mogliano è morto a causa di una polmonite che non sarebbe stata curata adeguatamente. La responsabilità del decesso è stata attribuita al medico della guardia medica che, dopo averlo visitato, non avrebbe disposto ulteriori accertamenti.
Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia che ha dato ragione ai familiari del 39enne: il medico e la Ulss Marca Trevigiana sono stati condannati in solido a pagare circa un milione di euro di risarcimento.
Tuttavia, secondo quanto riporta Il Messaggero, dalla sentenza sono passati più di tre mesi ma genitori e fratello della vittima non hanno ancora ricevuto nulla, nonostante sia stato rifiutato la richiesta del medico di sospendere l’efficacia esecutiva.
È stato inoltre condannato a pagare anche una pena pecuniaria di 1000 euro per aver presentato "un’istanza manifestamente infondata". La sentenza di primo grado dovrà essere discussa in Corte d’appello, ma nel frattempo il risarcimento dovrà essere corrisposto ai familiari della vittima.
Gli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani hanno notificato nei giorni scorsi un atto di precetto al medico condannato ingiungendogli di pagare entro 10 giorni la somma indicata dai giudici, oltre agli interessi e alle spese legali, per evitare l’esecuzione forzata e i relativi costi.
Secondo quanto è stato ricostruito, il 39enne aveva contratto l'infezione batterica il 5 novembre 2015. Il medico di base, dopo averlo visitato, gli aveva prescritto una terapia antibiotica. Tuttavia, le sue condizioni erano peggiorate e il 14 dello stesso mese l'uomo si era rivolto alla guardia medica con forti dolori al torace.
Il medico gli aveva prescritto soltanto un antidolorifico e un cortisonico. Due giorni più tardi il paziente era morto a causa di “stato settico generalizzato”. Secondo la perizia disposta dal tribunale, la guardia medica avrebbe dovuto disporre il ricovero del paziente.