Multati perché giocano a calcio in piazza, la protesta dei 12enni: “Poi vi lamentate se stiamo al cellulare”

“Se ci tolgono gli spazi, poi non lamentatevi se stiamo davanti al cellulare tutto il giorno” cosi alcuni dei ragazzini multati perché giocavano a calcio in piazza a Venezia hanno deciso di rispondere al Sindaco e a tutti quelli che li hanno biasimati per aver scelto l’area delle ex Conterie a Murano come luogo di giochi per tirare calci a un pallone. L’occasione per la protesta è la visita del primo cittadino con i genitori programmata a ottobre dopo le polemiche per le multe da 50 euro per 14 di loro.
L’idea è stata della professoressa Deborah Morfino della scuola media Vivarini dove almeno 10 studenti sono tra i 14 ragazzini multati. Davanti alla rabbia dei suoi alunni per l’accaduto, infatti, ha incanalato la loro collera in una lezione di educazione civica invitando tutti a scrivere la propria opinione e possibili soluzioni al problema. “Ho chiesto a ognuno di loro di scrivere una lettera aperta da consegnare al sindaco” ha spiegato al Gazzettino la docente.
Tra i tanti messaggi di rabbia e di recriminazione per l’accaduto, in effetti, sono emerse molte idee e possibili soluzioni. “A noi piacerebbe molto avere luoghi dove poterci divertire senza rischiare denunce. L’anno scorso, nel campo delle Conterie, si allenavano i calciatori del Venezia. Perché loro sì e noi no?” ha scritto ad esempio uno dei giovanissimi. “Io penso che certi posti assegnati per giocare non sono adatti, come campo San Bernardo, perché ci sono gli anziani seduti sulle panchine che rischiano di essere colpiti” ha scritto un altro.
Proprio i luoghi di ritrovo per giocare a pallone in strada sono uno dei principali temi di discussione delle lettere dei ragazzini dopo che il regolamento comunale ha messo paletti ben precisi dove si può e dove non è consentito. Un altro è quello dell’età fissata dalle normative, che al momento prevedono un massimo di 11 anni, per i ragazzini molto poco ma per il comandante dei vigili necessario per evitare pallonate troppo pesanti. “Purtroppo le persone, anziane e non, sono intolleranti con noi bambini. Ma se ci tolgono gli spazi, poi non lamentatevi se stiamo davanti al cellulare tutto il giorno” ha sottolineato un altro giovane studente.
Un pensiero condiviso da molti cittadini a cominciare dal locale parroco che aveva spiegato “Finché ci sono bimbi che giocano nei campi allora Venezia è viva”, ma anche da altri residenti della città lagunare come il maestro vetraio Giancarlo Signoretto che aveva spiegato: “Siamo stati tutti bambini. E il fatto che abbiano messo da parte il cellulare, per andare a giocare un'ora all'aperto tra amici, la vedo come una cosa bella, da elogiare, non da ostacolare”.
Il primo cittadino dal suo canto si è detto disponibile ad ascoltare genitori e ragazzini e a discutere con loro delle possibili modifiche al regolamento comunale che permettano di avere maggior spazi di gioco all’aperto per i ragazzini.