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Morto Piero Sarti Fantoni: luminare della chimica, fece processare i nazisti che uccisero la famiglia

Sarti Fantoni si è spento nelle scorse ore a Firenze all’età di 83 anni, a darne notizia sono stati i suoi familiari. Tra i più importanti studiosi della chimica moderna del secondo Novecento, è stato anche protagonista della battaglia per la verità che portò al processo dei responsabili della strage nazista di Morlione, in Toscana, in cui furono trucidati i suoi familiari.
A cura di Antonio Palma
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Il mondo della scienza italiana è in lutto, è morto Piero Sarti Fantoni, tra i più importanti studiosi della chimica moderna del secondo Novecento ma anche protagonista della battaglia per la verità che portò al processo i responsabili della strage nazista di Morlione, in Toscana. Sarti Fantoni si è spento nelle scorse ore a Firenze all’età di 83 anni, a darne notizia sono stati i suoi familiari. "Ricercatore attento e scrupoloso, docente apprezzato dagli studenti e mentore di studiosi poi affermatisi in Italia e all’estero" ricordano dall'Università di Firenze dove ha trascorso tutta la sua carriera accademica e dove era professore emerito di chimica organica.

Nato nel 1937 a Vaglia (Firenze), la sua intera esistenza fu segnata da quel terribile massacro del 1944, dove il padre e lo zio furono trucidati dai nazisti, assieme ad altri cinque uomini. Rimasto orfano in tenera età, fu adottato dalla famiglia di Renato Fantoni, intellettuale antifascista e partigiano liberale, a cui anni più tardi il professore  volle associare il proprio cognome. Di quella strage però non dimenticò mai nulla tanto da trascorrere  molti anni della sua esistenza a raccogliere documenti e prove affinché le istituzioni ricordassero l'eccidio di Morlione e per promuovere il processo agli ufficiali tedeschi responsabili.

Il suo lungo lavoro fu coronato dal successo nel 2011 con l'avvio del processo che si tenne a Verona e in tale occasione il docente, visibilmente commosso, confidò di aver finalmente fatto pace con il suo passato, onorando la memoria delle vittime. Grazie alle sue ricerche vene ritrovato anche  un importante documento che ha permesso di conoscere un altro aspetto della personalità del padre adottivo  che durante l'occupazione tedesca aveva dato ospitalità in casa all'ebreo Eugenio Artom aprendo la strada al suo riconoscimento come Giusto tra le Nazioni per l'Italia.

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