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Morto Fabio Ridolfi, era immobilizzato da 18 anni

Fabio Ridolfi è morto, lo ha comunicato la famiglia del 46enne di Fermignano che aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito e infine aveva scelto la procedura di sedazione profonda.
A cura di Antonio Palma
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È morto Fabio Ridolfi, lo ha comunicato la famiglia del 46enne di Fermignano (Pesaro-Urbino) che ha scelto la revoca del consenso alla nutrizione e alla idratazione artificiali dopo aver avviato la procedura di sedazione profonda. La famiglia ha annunciato che lo svolgimento dei funerali sarà in forma privata e chiede a tutti il rispetto della privacy. La morte di Fabio Ridolfi arriva a poche ore dall'avvio della procedura di sedazione profonda che lui stesso aveva scelto dopo che i suoi appelli per il suicidio assistito erano caduti nel vuoto.

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Il 46enne di Fermignano era immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi che lo costringeva a comunicare solo tramite il puntatore oculare e il sintetizzatore vocale, unici strumenti che gli permettevano il contatto con l'esterno. Con l’assistenza legale dell’Associazione Luca Coscioni, aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito come indicato dalla sentenza della Corte costituzionale Cappato-Dj Fabo ma dall'Azienda sanitaria non erano arrivate risposte concrete.

Dopo una lunghissima attesa, il 19 maggio scorso aveva ottenuto il via libera dal Comitato etico dell'Asur che aveva verificato la sussistenza dei requisiti ma lo stesso comitato non aveva indicato le modalità né il farmaco che Fabio avrebbe potuto autosomministrarsi, impedendogli di fatto di poter mettere in pratica il suo volere. Così nei giorni scorsi Fabio ha comunicato la sua scelta di ripiego che ha solo prolungato la sua sofferenza e quella dei suoi familiari.

"Fabio avrà quello che voleva. Non siate tristi, per lui sarà una liberazione" ha dichiarato il fratello Andrea. “Fabio Ridolfi è morto senza soffrire, dopo ore di sedazione e non immediatamente come avrebbe voluto” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni che lo hanno sempre assistito nella sua battaglia. "Oggi vogliamo innanzitutto unirci al dolore della famiglia di Fabio. Da domani continueremo a batterci affinché non si ripetano simili ostruzionismi e violazione della volontà dei malati. Continueremo in ogni caso a fornire aiuto diretto alle persone che si rivolgeranno a noi per far valere il loro diritto di decidere sulla propria vita" hanno aggiunto.

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