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Morti sospetti tra gli anziani dopo un’iniezione: a processo un medico del 118 di Trieste

Vittorio Campanile, il medico di Monfalcone, anestesista del 118, accusato di aver ucciso a Trieste nove anziani con iniezioni di potenti sedativi, è stato rinviato a giudizio stamattina dal giudice per le udienze preliminari Massimo Tomassini. I fatti si sarebbero verificati tra il novembre del 2014 e il gennaio del 2018.
A cura di Davide Falcioni
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Vittorio Campanile, il medico di Monfalcone, anestesista del 118, accusato di aver ucciso a Trieste nove anziani con iniezioni di potenti sedativi, è stato rinviato a giudizio stamattina dal giudice per le udienze preliminari Massimo Tomassini, che ha accolto la richiesta dei pm Cristina Bacer e Chiara De Grassi. A renderlo noto il quotidiano Il Piccolo spiegando che la prima udienza del processo è stata fissata in Corte di Assise per il 16 aprile e aggiungendo che per Vittorio Antonaglia, ex direttore del Sores ed ex responsabile del 118 di Trieste, finito nell'inchiesta per l'ipotesi di "omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale", è stata decisa la messa alla prova.

I fatti per i quali Vittorio Campanile verrà processato si sarebbero verificati tra il novembre del 2014 e il gennaio del 2018: le vittime avevano tra i 75 e i 90 anni, erano affette da grave patologie oppure erano state colte da improvvisi peggioramenti ed erano stati assistiti dal medico friulano durante gli interventi di emergenza dell’ambulanza. Ad aprire un fascicolo d'inchiesta erano stati i pm Cristina Bacer e Chiara De Grassi in seguito a un soccorso del 3 gennaio 2018 nella casa di cura Mademar, dove era morta l’ottantunenne Mirella Michelazzi. Campanile le aveva somministrato il Propofol, anche davanti alle richieste del figlio che chiedeva il ricovero della madre. La donna era spirata poco dopo l’iniezione. L’indagine si era poi allargata su altri otto decessi sospetti: pazienti tra i 75 e i 90 anni che – stando all’accusa – avrebbero subìto una sorte analoga a quella della prima vittima. I pm erano risaliti ai loro casi grazie alle testimonianze dei colleghi di Campanile. Per individuare le tracce dei medicinali erano state riesumate le salme degli anziani non cremati.

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