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Morte Andrea Prospero

Morte Andrea Prospero, giudizio immediato per il 18enne che chattava con lui: dibattimento al via l’8 ottobre

Giudizio immediato per il 18enne di Roma indagato per la morte di Andrea Prospero, lo studente trovato senza vita in una stanza in affitto nel centro storico di Perugia. Il ragazzo, attualmente ai domiciliari, è accusato di istigazione o aiuto al suicidio.
A cura di Susanna Picone
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Giudizio immediato per il ragazzo indagato per la morte di Andrea Prospero, lo studente diciannovenne di Lanciano trovato morto a Perugia – città dove viveva per gli studi universitari – nel gennaio scorso. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia ha emesso decreto di giudizio immediato nei confronti del diciottenne, un cittadino italiano residente nella Capitale, agli arresti domiciliari dal 17 marzo scorso.

Il ragazzo di Roma era stato destinatario di una ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Perugia in quanto ritenuto responsabile del reato di istigazione o aiuto al suicidio ai danni dello studente universitario.

Andrea Prospero – lo ricordiamo – dopo giorni di ricerche venne trovato privo di vita in un appartamento che aveva affittato in via del Prospetto a Perugia. Il dibattimento inizierà dinanzi il tribunale di Perugia l’8 ottobre 2025.

In questi mesi sono state completate, da parte della polizia postale e della squadra mobile di Perugia, le analisi dei dispositivi sequestrati all’indagato e delle chat intercorse tra Prospero e il diciottenne: per la Procura il quadro probatorio acquisito giustifica la richiesta di giudizio immediato nei confronti del giovane.

Gli inquirenti nei mesi scorsi hanno ricostruito le ultime conversazioni tra Prospero e il 18enne. “Mangia tutte e 7 le pasticche”, “Se vuoi ammazzarti, fallo senza fare scene”, alcune delle frasi scritte in chat al ragazzo che poi si è tolto la vita. Il suicidio del giovane avvenne praticamente in diretta chat tra Prospero e un utente, identificato appunto nel 18enne.

Cosa rischia il giovane accusato di istigazione al suicidio? A Fanpage.it lo aveva spiegato, dopo l'arresto del ragazzo, l'avvocato Paolo Di Fresco: "L’istigazione è punita con la reclusione da cinque a dodici anni ma la pena effettiva verrà stabilita dal giudice alla luce delle circostanze del caso concreto. Ad ogni modo, sembra che l’istigatore abbia adoperato parole forti per convincere il povero Prospero a dare seguito alla sua decisione e che, dopo, abbia manifestato ad altri la sua preoccupazione che gli inquirenti potessero trovare la chat. Fatto, questo, che parrebbe denotare una piena consapevolezza dell’illiceità del proprio comportamento e che, in caso di condanna, potrebbe incidere sulla misura della pena".

"La famiglia di Andrea Prospero chiederà sicuramente di potersi costituire parte civile", ha fatto sapere l'avvocato Francesco Mangano, che col collega Carlo Pacelli, assiste la famiglia dello studente. Ha aggiunto che provvederanno ad acquisire gli atti di accusa, gli elementi emersi dall'analisi dei cellulari e dei computer e le chat.

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