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Morta a 12 anni dopo un’operazione al femore: accusati di omicidio primario e anestesista

Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta morì nel settembre 2017 a soli 12 anni in seguito a un intervento chirurgico al femore: secondo i magistrati l’anestesista le avrebbe somministrato un farmaco sbagliato.
A cura di Davide Falcioni
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Concorso in omicidio colposo: è questa l'accusa mossa dal pubblico ministero della Procura di Bari al primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII, Leonardo Milella, e al medico anestesista Vito De Renzo, in relazione alla morte di Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta, bambina di 12 anni di origini colombiane deceduta il 19 settembre 2017 a causa di una ipertermia maligna verificatasi dopo un intervento di riduzione di una frattura al femore.

Sulla base dei risultati delle indagini realizzate dalla magistratura di Bari nel corso dell'intervento chirurgico per la  riduzione della frattura al femore, il medico avrebbe somministrato alla bambina un farmaco anestetico controindicato in alcune situazioni, come in caso di patologie congenite. Gli esami precedenti all'operazione avevano rilevato alcuni valori alterati "chiaro indice di miopatia" che, interagendo con i prodotti dell'anestesia, avrebbero causato l'ipertermia maligna che dopo alcune ore ha portato la ragazza al decesso.

Secondo il pubblico ministero che ha coordinato l'inchiesta,  il medico avrebbe dovuto controllare costantemente la temperatura corporea della paziente e interrompere l'intervento. Il primario, poi, entrato in gioco successivamente per le cure della paziente, ad intervento chirurgico concluso, avrebbe erroneamente diagnosticato una "tromboembolia polmonare" e "ritardato" di altre tre ore "la somministrazione alla bambina del farmaco salvavita".

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