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Monti presenta il suo movimento: “civico, popolare, responsabile”

Il premier uscente in un articolo annuncia su Twitter spiega la natura della sua «proposta per cambiare l’Italia e riformare l’Europa» con la quale correrà alle elezioni politiche 2013. «Non intendiamo collocarsi “al centro” tra una destra e una sinistra ormai superate».
A cura di Biagio Chiariello
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Mario Monti

A differenza di quanto succede con Berlusconi, che ha ormai deciso di fondare la sua campagna elettorale sulla propria quotidiana presenza televisiva, Twitter comincia a piacere a Mario Monti. Nel suo ultimo tweet, il Prof annuncia il programma di governo della sua coalizione: “Un movimento civico, popolare, responsabile é la nostra proposta per cambiare l’Italia e riformare l’Europa”. Il post rimanda ad un lungo documento sul suo sito "agenda-monti.it", nel quale chiarisce che “non intende collocarsi "al centro" tra una destra e una sinistra ormai superate, bensi’ costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell’Italia, in contrapposizione alle forze conservatrici, prone ad interessi particolari, a protezioni corporative o addirittura dichiaratamente anti-europeiste”. Il movimento intende rivolgersi "a quegli elettori che da tempo sono in cerca di una nuova offerta politica, che sia finalmente capace di innovare i limiti dei vecchi partiti e di realizzare le riforme necessarie a restituire slancio e vitalità ad una grande nazione com'é e come deve rimanere l'Italia".

Una politica diversa per un'Italia più credibile – "Abbiamo deciso di offrire alle italiane e agli italiani la possibilità di dare il proprio voto ad una formazione politica diversa da quelle che hanno animato il ventennio della seconda repubblica, i cui risultati sono oggi di fronte agli occhi di tutti. Un movimento che nasca dall'unione tra l’associazionismo civico, che testimonia della vitalità della società civile, e la politica più responsabile”, scrive Monti. Si tratta di “un movimento che raccolga il testimone dell’esperienza di governo guidata da Mario Monti, che in soli tredici mesi ha restituito all'Italia credibilità e affidabilità dentro e fuori i confini nazionali, e che intenda proseguirne il lavoro dopo l’emergenza finanziaria, con la prospettiva di una legislatura e con il consenso di milioni di italiani, verso un obiettivo di crescita sostenibile e di occupazione".

I sette punti del programma Monti – Il premier uscente ribadisce in sette punti il ‘cuore' del suo progetto politico:

1. Una scelta europea, una scelta di innovazione

Oggi lo spartiacque fondamentale della politica italiana corre:

– tra coloro che sono convinti che il futuro dell’Italia non può prescindere dal contesto europeo, sul solco della strategia delineata da Mario Monti e condivisa dai principali partner europei per uscire insieme dalla crisi e coloro che sono convinti, al contrario, che la politica europea sia all’origine dei mali italiani;

– tra coloro che intendono cogliere la grande occasione offerta da questa crisi e dalla nuova strategia coordinata a livello europeo per la crescita e l’equità intergenerazionale,  al fine di innescare un processo di rapido allineamento dell’Italia ai migliori standard europei, e coloro che considerano questo progetto velleitario (“l’Italia è diversa”, “in Italia queste cose non si possono fare”), se non addirittura socialmente ed economicamente dannoso. Il nuovo movimento nasce oggi con l’obiettivo fondamentale di ancorare saldamente la politica italiana alla nuova strategia europea e di realizzare sul piano interno le riforme che essa rende indispensabili.

2. Superare i vecchi schemi della politica del Novecento, dando vita a una nuova formazione politica che metta in primo piano le profonde trasformazioni di cui ha bisogno l’Italia

Il vecchio schema politico che contrappone una destra conservatrice o liberista, impegnata a perseguire l’efficienza economica, a una sinistra progressista o statalista, che si illude di conservare l’equità rifiutando il merito e la mobilità sociale, non corrisponde più a ciò che effettivamente accade nella politica italiana. Lo statalismo alligna sia a destra che a sinistra, gli interessi corporativi e le posizioni di rendita cercano protezione tanto a destra quanto a sinistra. Così stando le cose, il suddividersi delle forze politiche secondo il vecchio schema destra-sinistra genera disorientamento dell’opinione pubblica ed è una delle cause dell’inconcludenza che caratterizza gravemente la politica italiana. La scelta più rilevante, incisiva e impegnativa che il Paese oggi può – e a nostro avviso deve – compiere è quella pro o contro la profonda trasformazione dell’Italia necessaria per la sua piena integrazione in Europa. Dunque è necessario che su questa scelta, molto incisiva e impegnativa, si concentri correttamente la campagna elettorale che si apre in questi giorni.

3. Perché non possiamo e non vogliamo considerarci né “di centro”, né “moderati”

La nuova formazione politica alla quale stiamo dando vita, adottando l’Agenda Monti come ispirazione per un programma di governo, non intende collocarsi “al centro” tra una destra e una sinistra ormai superate, bensì costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell’Italia, in contrapposizione alle forze conservatrici, prone ad interessi particolari,  a protezioni corporative  o addirittura dichiaratamente anti-europeiste. Questa nuova forza politica sarà certamente moderata nei toni; ma non nel programma perseguito, che si caratterizza invece per l’incisività delle riforme che intende realizzare.

4. Il carattere laico e pluralista della nuova formazione, unita dai valori della libertà e dignità della persona

La nuova formazione politica unisce intorno a un programma impegnativo per la crescita del Paese persone di buona volontà, credenti e non credenti, impegnate ciascuna con la propria cultura e competenza specifica a far maturare un più alto livello di etica pubblica condivisa. Laddove, su singole questioni di rilievo etico, si determinassero diversità di valutazione, ci si impegnerà a cercare insieme la soluzione più coerente con i valori della Costituzione, nella comune promozione della dignità della persona, ferma restando la libertà di coscienza.

5. I rapporti con le altre forze politiche 

Il nuovo movimento nasce con l’ambizione di raccogliere il consenso della maggioranza degli italiani, anche dando una risposta avanzata e convincente al grande numero di elettori che nelle forze politiche in campo nell’ultima legislatura non trovano una risposta che soddisfi il loro desiderio di riscatto del Paese e di ancoraggio sicuro all’Europa. Sia che questo obiettivo venga pienamente raggiunto, sia in caso contrario, cercheremo la convergenza con le forze politiche che adottino una linea d’azione compatibile con la nostra strategia europea, anche allo scopo di fare argine al populismo antieuropeo che sta crescendo in Italia in modo preoccupante.

6. Un nuovo stile nel confronto politico e nella gestione della cosa pubblica

Il nostro impegno a uno stile politico moderato nei toni implica anche il rifiuto di qualsiasi faziosità. Aggiungiamo che, se gli italiani ci affideranno il compito di governare il Paese, ci impegneremo a svolgere questo servizio secondo un modello di comportamento politico-amministrativo rigoroso: perseguiremo – certo – con la massima coerenza il programma proposto, ma nella consapevolezza di agire esclusivamente come gestori della cosa pubblica e non come promotori degli interessi di una parte politica rispetto a quelli di altre parti.

7. Un nuovo impegno della società civile

La nostra democrazia ha bisogno di una politica forte e autorevole, alla quale i cittadini riconoscano dignità e da cui possano attendersi competenza e responsabilità. Ma la politica tornerà a essere forte solo se sarà rinnovata in profondità: scegliendo la trasparenza, assumendosi le proprie responsabilità per ogni insuccesso e aprendosi al più libero contributo della società civile. La società civile deve però rinunciare alla tentazione di restare in tribuna – accontentandosi della critica, della lamentela o della rabbia – per partecipare attivamente. Crediamo che la politica debba tornare ad essere riconoscibile, candidando figure che vivono e lavorano nei territori che aspirano a rappresentare, così come riteniamo fondamentale regolare meticolosamente i conflitti di interesse, che rappresentano la minaccia più grande per ogni società liberale, e potenziare gli strumenti di controllo democratico e i vincoli di verifica sulla qualità e la coerenza del mandato parlamentare che siano anche funzionali al rinnovamento costante del personale politico.

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