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Modena, botte alla madre disabile, zia e nonna: era stato già condannato per fatti analoghi

Un ventottenne italiano è stato arrestato dai carabinieri di Modena poiché ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, minacce e lesioni personali nei confronti della madre, della zia e della nonna. Per futili motivi e probabilmente sotto l’effetto di alcol, l’uomo ha minacciato le donne e ferito con i cocci di una bottiglia rotta la madre disabile.
A cura di Susanna Picone
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Maltrattamenti in famiglia, violenza privata, minacce e lesioni personali: è di quanto dovrà rispondere un giovane italiano di ventotto anni, che è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri di Modena. L’uomo avrebbe segregato in casa sua madre, la zia e la nonna, minacciandole e procurando loro ferite che hanno richiesto l’intervento dei soccorsi. Secondo la ricostruzione dei fatti, è stata la zia del giovane a riuscire a chiamare i carabinieri e chiedere aiuto. Giunti sul posto, i militari hanno constatato che il giovane "per futili motivi e sotto il verosimile effetto di sostanze alcoliche", aveva dapprima minacciato le donne e poi, passando alle vie di fatto, aveva percosso la zia e la nonna. Addirittura l'uomo aveva ferito con i cocci di una bottiglia rotta la madre disabile.

Il giovane aveva segregato in casa le familiari togliendo il telefono alla nonna – Nella ricostruzione dei carabinieri di Modena, l’uomo aveva anche impedito alle sue familiari di allontanarsi dall’abitazione teatro dei fatti segregandole per diverso tempo in casa e aveva con violenza tolto il telefono alla nonna in modo tale da impedirle di chiedere aiuto. L’arrivo dei militari ha permesso, non prima di aver dovuto mediare con l'uomo, la liberazione delle donne che hanno così potuto far ricorso alle cure mediche. Il ventottenne – che a quanto emerso non era nuovo a comportamenti violenti, tanto da essere stato già condannato per fatti analoghi nei confronti dei familiari, e che ha anche diversi altri precedenti – è stato arrestato e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, trasferito presso il carcere di Bologna.

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