Missionario, matematico e tennista: 10 curiosità su Robert Prevost, neoeletto Papa Leone XIV

Dopo giorni di trepidante attesa, finalmente ci siamo. Abbiamo un nuovo Pontefice: Papa Leone XIV. Il neoeletto vicario di Cristo ha 69 anni ed è una figura molto conosciuta all'interno del Vaticano, anche se il suo nome non prefigurava tra i più papabili. Di famiglia con origini spagnole, italiane e francesi, ha svolto gran parte della sua attività come missionario nell'America del Sud.
Sua Santità ha ricoperto una delle posizioni più importanti all'interno della Santa Sede, infatti Bergoglio, nel 2023, lo aveva nominato prefetto del Dicastero dei Vescovi, il cui compito era quello di coordinare l'episcopato del mondo intero. Ad arricchire il suo curriculum, un'ottima conoscenza dell'inglese, dell'italiano e dello spagnolo, ma riesce a parlare anche un buon francese.
Si tratta, dunque, di una figura particolarmente intrigante, che sta suscitando interesse da ogni angolo del mondo. Qui proveremo a raccontarvi 10 curiosità su Robert Prevost, designato come nuovo Pontefice con il nome di Papa Leone XIV.
È americano, ma ha vissuto soprattutto all'estero
Prevost è nato nel 1955 a Chicago, nello Stato americano dell'Illinois. Nonostante ciò, da molti è considerato il candidato "meno americano" tra gli statunitensi. Il motivo? Dal 1985 al 1998, Leone XIV è stato mandato in Perù in qualità prima di priore locale, poi di direttore della formazione e vicario giudiziale. In quest'arco di tempo, ha vissuto a cavallo tra Chulucanas e Trujillo, dedicandosi alla promozione di progetti sociali e spirituali delle comunità locali.
Dopo un lungo rientro in patria, dal 2014 al 2023 è tornato nello Stato peruviano, dove Bergoglio lo ha nominato amministratore apostolico di Chiclayo. Qui, Prevost ha focalizzato la sua missione sulla formazione del clero locale, ponendo particolare attenzione alla difesa delle persone più deboli e fragili.
Prevost godeva della stima di Papa Francesco
Robert Prevost aveva un ottimo rapporto con Papa Francesco. Alla luce di questo stretto rapporto ci sono una serie di incontri tra i due, soprattutto tra il 2001 e il 2013. In quel periodo, Papa Leone XIV ricopriva l'incarico di priore generale dell'ordine agostiniano, mentre Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires.
Secondo il reporter dell'emittente televisiva a stelle e strisce CNN Cristopher Lamb, l'ex Pontefice considerava lo statunitense un "leader competente". In un'occasione, il giornalista americano ha incontrato l'allora cardinale Prevost, dichiarando di aver conosciuto una persona "riflessiva e misurata".
Papa Leone XIV fa parte dell'ordine degli Agostiniani
"Carità e scienza". Questo è il motto dell'ordine agostiniano, congregazione di cui è parte Papa Leone XIV. I seguaci di San't Agostino, circa 2800 diffusi in 47 Stati, fondano la loro attività su un equilibrio tra vita a contatto con la comunità, missione e studio, elementi di cui Prevost ha dato prova durante i suoi periodi di permanenza in Perù.
Nel discorso di ieri dal balcone di San Pietro, il neoeletto Pontefice ci ha tenuto a rimarcare la sua appartenenza all'ordine, citando il detto del santo: "Con voi sarò cristiano e per voi vescovo". Si tratta di una frase emblematica, che mira a sottolineare l'importanza di incamminarsi tutti insieme, a prescindere dai ruoli gerarchici interni alla Chiesa, verso una strada comune.
È laureato in matematica e teologia
Il concetto agostiniano si esprime anche nella carriera accademica del Pontefice. Nel 1977, Prevost si è laureato in scienze matematiche alla Villanova University di Filadelfia, in Pennsylvania e, successivamente, ha conseguito la laurea in teologia alla Catholic Theological Union di Chicago.
In seguito, fu mandato a Roma per studiare alla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, dove ha conseguito il dottorato in diritto canonico, materia che ha insegnato nella sua missione peruviana a Trujillo. Insomma, il nuovo Papa rappresenta un punto d'incontro tra due mondi, che, ha dimostrato, possono convivere.
Possiede la cittadinanza peruviana
Nell'agosto del 2015, Prevost ha ottenuto la cittadinanza peruviana, che si aggiunge a quella statunitense. A testimoniare il profondo legame con lo Stato sudamericano sono anche le dichiarazione del Presidente del Perù Dina Boluarte, che ha salutato con favore la sua elezione al gradino più alto del Vaticano: "È un evento storico per il nostro Paese. Nelle nostre terre ha seminato speranza, ha camminato accanto ai più bisognosi e ha condiviso le gioie del nostro popolo".
È votato a uno spirito missionario
I già citati periodi di permanenza nello Stato peruviano in qualità di missionario agostiniano hanno fortemente influenzato la sua visione della cristianità, votata ai più bisognosi e ai più deboli. In un'intervista concessa a Vatican News, l'ex cardinale statunitense ha ribadito questa sua natura: "Mi considero ancora un missionario. La mia vocazione, così come quella di ogni cristiano, è quella di essere un missionario per diffondere ovunque la Parola di Dio".
A suggellare una spiritualità devota alla vita in comunità e a stretto contatto con le fasce più povere della società, Prevost ha affermato che le sue esperienze in Perù sono quelle che hanno lo hanno influenzato maggiormente.
Il nome "Leone" è un riferimento alle classi meno abbienti
Ulteriore prova dell'attenzione rivolta alle persone più bisognose è la scelta del nome papale. L'ultimo Pontefice a chiamarsi così fu Leone XIII, una figura molto attenta alla povertà. Nell'enciclica Rerum Novarum del 1891, affrontò il tema con particolare sensibilità, con una frase emblematica: "Dinnanzi a Dio non è vergogna né la povertà né il dover vivere di lavoro".
Nello stesso documento, il defunto Pontefice aveva chiarito il ruolo della Chiesa e dello Stato: due entità che devono garantire agli individui un lavoro dignitoso e delle buone condizioni di vita.
Ha grandi capacità da leader
Come abbiamo visto, il curriculum del nuovo Vicario di Cristo è costellato da incarichi importanti. Tra questi, spicca il recente impiego come prefetto del Dicastero dei Vescovi nel 2023, con l'obiettivo di valutare le candidature al ruolo di vescovo e proporne di nuove. Nello stesso anno, Prevost è stato nominato dal precedente Pontefice presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, con lo scopo di supportare e comprendere i problemi delle Chiese locali.
Delle sue capacità di leadership ha parlato Elise Allen, analista vaticana della CNN: "È percepito come una persona calma e bilanciata, che ha le idee molto chiare su quello che bisogna fare, ma non è disposto a incaponirsi troppo per forzare il cambiamento".
È percepito come un conciliatore
Non solo spiccate capacità da leader, ma anche grande abilità nella ricerca del compromesso, che gli è valsa l'elezione a nuovo Pontefice. Se, da una parte, Papa Leone XIV ci si aspetta che mantenga una visione più vicina ai poveri e più dedita all'inclusione sociale, sulla falsariga di Bergoglio, dall'altra è probabile che assumerà posizioni più conservatrici sulle questioni etiche e morali.
Adora il tennis
Uno degli aspetti più curiosi di Sua Santità è l'amore per il tennis, sport che dice di aver praticato. "Mi considero un tennista dilettante" ha affermato pochi mesi dopo aver indossato la berretta rossa da cardinale, in occasione di un'intervista. In quel frangente, Prevost ha detto che, da quando è tornato dal Perù, non aveva più molto tempo per allenarsi, anche se desiderava tornare a frequentare i campi da gioco.
Chi lo conosce parla molto bene del suo rovescio, un colpo che non lasciava scampo ai suoi avversari. Ironia della sorte, l'ex cardinale americano è stato eletto Pontefice proprio durante lo svolgimento degli Internazionali di Roma, uno dei tornei di tennis più importanti dell'anno. Un segno del destino, che ha portato un ex atleta sul gradino più alto del podio pontificio.