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Minorenni insultate, percosse e nutrite con cibo avariato: condannata responsabile di comunità a Noto

Cibo scaduto, insulti e percosse: una donna di Noto, ex responsabile di una comunità per minori, è stata condannata a 5 anni e 10 mesi per maltrattamenti su sei ragazze. Nei locali topi, sporcizia e acqua razionata. Interdetta dai pubblici uffici.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Il Tribunale di Siracusa ha inflitto una pena di 5 anni e 10 mesi di reclusione a una donna di Noto, ritenuta colpevole di gravi maltrattamenti ai danni di sei ragazzine minorenni, ospiti di una comunità alloggio da lei gestita fino al 2015. Un verdetto che arriva dopo un lungo processo, durante il quale sono emersi particolari agghiaccianti su un sistema di abusi perpetrati all'interno di quella che avrebbe dovuto essere una struttura protettiva, un rifugio per adolescenti vulnerabili.

Secondo quanto ricostruito in aula, la donna avrebbe costretto per anni le minori a vivere in condizioni a dir poco degradanti. Non solo avrebbe somministrato loro cibi scaduti, mal conservati e spesso in quantità insufficienti, ma avrebbe anche trascurato gravemente l'igiene della struttura, lasciando proliferare topi e parassiti all’interno degli ambienti dove le giovani dormivano e mangiavano.

L’elenco delle violenze non si ferma qui. Le testimonianze raccolte descrivono un quadro fatto di soprusi quotidiani: l’imputata avrebbe interrotto arbitrariamente l’erogazione dell’acqua, impedendo un uso regolare dei servizi igienici, e avrebbe fatto ricorso con frequenza a minacce, insulti, linguaggio volgare e persino violenze fisiche, tra cui schiaffi, spinte e percosse, soprattutto quando le ragazze osavano ribellarsi o esprimere disaccordo.

Il giudice ha riconosciuto il vincolo della continuazione del reato, segno evidente di un comportamento sistematico e reiterato nel tempo. La condanna prevede anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena e l’obbligo di risarcimento dei danni – sia patrimoniali che morali – alle vittime, che si sono costituite parte civile tramite l’avvocato Stefano Andolina.

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