Minaccia mafiosa a giornalista di Fanpage, Verini al Senato: “Chi fa inchiesta è ancora costretto a subire”

"Giancarlo Siani scriveva la verità. Il dolore per la sua morte c'è ancora, la ferita è ancora aperta. Ma aveva ragione perché oggi è ancora qui con noi, con tantissimi ragazzi che si occupano di legalità contro le mafie". Queste sono le parole dette da Paolo Siani, fratello del giornalista de Il Mattino ucciso dalla Camorra 40 anni fa. Questa parole sono state ripetute in Parlamento ieri 23 settembre dal senatore Walter Verini del Partito Democratico che poi ha aggiunto: "Ancora oggi giornalisti antimafia e d'inchiesta sono costretti a vivere sotto scorta, a subire gravi intimidazioni come è accaduto in questi giorni a Giorgia Venturini di Fanpage.it a cui anche da qui va la nostra solidarietà".
Nel corso del suo intervento di ieri, 23 settembre, al Senato Verini ha voluto ricordare Siani con queste parole: "Giancarlo ascoltò la sua determinazione, il suo coraggio, la sua scelta di fare il giornalista. Il giornalista d'inchiesta, continuando a battere i tasti della sua Olivetti. Ogni giorno cercava la verità. Gli costò la vita questo. La sera del 23 settembre del 1985, quasi sotto casa sua, su ordine del boss Angelo Nuvoletta e del suo alleato Totò Riina lo crivellarono con 10 colpi. Aveva in tasca due biglietti per il concerto di Vasco Rossi, aveva in testa il suo lavoro e nel cuore certamente più di un timore e anche un po' di paura per brutti segnali avuti e presentimenti. Ma anche tanto coraggio e voglia di essere utile agli altri con il suo lavoro".
Per poi aggiungere: "L'assassinio dei giornalisti è l'assassinio delle nostre libertà, di una parte di noi a cui la comunità non intende rinunciare. Muoiono i giornalisti, muoiono nelle zone di guerra come a Gaza. Vengono uccisi e incarcerati come in Russia, in Iran, nei Paesi dove non c'è democrazia. Vengono ammazzati quando scoprono verità inconfessabili. Come Ilaria Alpi. Giornalisti vengono minacciati anche con querele. Giornalisti antimafia e d'inchiesta sono costretti a vivere sotto scorta, a subire gravi intimidazioni come è accaduto in questi giorni a Giorgia Venturini di Fanpage.it a cui anche da qui va la nostra solidarietà. Grazie Giancarlo Siani, perché il tuo ricordo può aiutare ad avere fiducia e speranza nel futuro".
Lo scorso 10 settembre la nostra giornalista Giorgia Venturini ha trovato fuori dal suo cancello un sacco tagliato per far vedere cosa conteneva al suo interno: c'era la testa mozzata di una capretta e la sua pelle. Se ne sta occupando la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano perché questo è uno dei atti intimidatori utilizzati solitamente delle organizzazioni criminali.