Minacce in Dad contro una studentessa: “Torna o ti spezzo le gambe”. I compagni: “Andava tutelata”

"Torna presto a scuola, altrimenti ti spezzo pure l'altra gamba". Sarebbe questa la frase pronunciata da una docente di inglese durante una lezione in Dad nei confronti di una studentessa con disturbi specifici dell'apprendimento. La 14enne era a casa per via di una distorsione al ginocchio. Il 5 marzo scorso, nel mezzo di una lezione, la giovane ha dovuto chiudere il computer in lacrime dopo la frase shock dell'insegnante. "Vieni a scuola, vogliamo vederti in presenza. Smetti di stare a casa a coccolarti la gamba. Lunedì prossimo starai bene". La studentessa avrebbe registrato l'affermazione in quanto autorizzata per via delle sue difficoltà di apprendimento.
Secondo quanto dichiarato dagli avvocati della famiglia, la ragazzina è scoppiata in lacrime subito dopo, portando i genitori ad intervenire. Dapprima avrebbero cercato il confronto con il liceo artistico Alberto Dante, chiedendo aiuto alla preside. Non ricevendo risposta, avrebbero deciso di mettere tutto nelle mani degli avvocati. Pierluigi D'Antonio e Francesca Meniconi si stanno occupando del caso. "Nostra figlia sta soffrendo molto – hanno dichiarato i familiari della studentessa – e per questo abbiamo deciso di intervenire. Se avessimo potuto avere un confronto con la scuola, tutto sarebbe finito nel momento in cui è cominciato".
La versione degli studenti
Nel frattempo, la dirigente ribatte. "Non è vero che la scuola non abbia fatto nulla – spiega -. Abbiamo svolto un'indagine interna e siamo in contatto con l'Usr. Abbiamo organizzato consigli straordinari e sentito la psicologa che ha in carico la ragazza. Le frasi sono state estrapolate da un contesto che va ben circoscritto. Non credo che i genitori dovessero spingersi a tanto". Nel frattempo, però, gli studenti del liceo artistico confermano quanto raccontato dalla 14enne. "L'accaduto non ci sta stupiti – racconta a Fanpage.it un ragazzino dello stesso istituto che però frequenta un'altra sezione -. La professoressa è nota per queste frasi violente dette con il tono dello scherzo. Siamo talmente abituati che anche quando ci è stato raccontato cosa si era verificato, abbiamo alzato le spalle. Poi però è stata resa nota anche l'identità della vittima e questo ci ha lasciati di stucco, perché si tratta di una ragazza fragile". Il quattordicenne ha proseguito il suo racconto, spiegando che tutti i docenti sono a conoscenza dei bisogni particolari dell'adolescente e della sua sensibilità. "Quella frase per noi non sarebbe stata violenta, ma per lei è come un pugno nello stomaco. Il comportamento ci è apparso in netta contrapposizione con le necessità di una studentessa che va accudita e spronata ad aprirsi agli altri. Nessuno però ha mai detto che le minacce siano un modo efficace per incoraggiare gli studenti, soprattutto se così fragili".