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Milano, disoccupati al lavoro in strada contro il degrado

Il progetto del Comune: i disoccupati impegnati nell’iniziativa riceveranno 500 euro al mese e verranno utilizzati in azioni di presidio sociale, pulizia e decoro dei quartieri a rischio.
A cura di Susanna Picone
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L’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino
L’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino

Sentinelle antidegrado al lavoro nei quartieri a rischio di Milano, ad esempio nei pressi di dormitori, parchi e stazioni: questo il nuovo progetto di Palazzo Marino che dovrebbe dare lavoro a 500 disoccupati e persone che hanno situazioni economiche precarie e che, coordinandosi con Amsa, vigili e consigli di zona, metteranno a disposizione il proprio tempo per azioni di utilità sociale in città. Un lavoro che sarebbe pagato 500 euro al mese per dieci mesi l’anno per 50 persone. L’idea del Comune sarebbe quella di impegnare subito 250mila euro e arrivare a impiegare cento persone entro il 2016. A parlare del progetto, che parte ad agosto con un avviso pubblico di selezione di enti del Terzo settore, è il quotidiano La Repubblica. Sono previste 50 borse lavoro da erogare ad altrettante persone che saranno affidate alle associazioni e agli enti che già operano sul territorio per impiegarle in azioni di presidio sociale, pulizia, decoro, con una formazione minima per sapere come comportarsi in determinate situazioni.

Il lavoro delle sentinelle antidegrado a Milano

A parlare del nuovo progetto è l’assessore milanese al Welfare Pierfrancesco Majorino: “La nostra idea – ha spiegato – è quella di incrociare due necessità: mettere all’opera chi beneficia di un contributo sociale, facendogli svolgere azioni utili per la collettività e, dall’altra parte, presidiare di più e meglio alcuni luoghi della città”. In pratica le sentinelle antidegrado dovranno, ad esempio, segnalare i problemi che riguardano i percorsi che gli sono stati affidati, rimuovere i cartoni lasciati dai senzatetto, pulire i giardini, assistere anziani, clochard e stranieri negli uffici dei servizi sociali. L’assessore sta studiando i parametri per l’accesso alle borse lavoro: sicuramente varrà l’Isee anche se non è stato ancora deciso il limite per partecipare alle selezioni.

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