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Migranti al gelo in Bosnia, Di Maio: “Seguiamo la situazione, impensabile privare della dignità”

Da giorni, in Bosnia, circa tremila migranti vivono nei boschi e in alloggi di fortuna coperti dalla neve, dopo che si è incendiato il campo di Lipa. L’Unhcr lancia l’allarme e chiede aiuto per le persone che rischiano la vita. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, scrive alla Stampa di seguire la situazione e che “la responsabilità dell’Unione europea è enorme”. Servono “corridoi umanitari”, spiega Di Maio, chiedendo l’intervento della Commissione Ue.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Tremila migranti bloccati in Bosnia, al gelo, nella neve, a dormire nei boschi. Dopo che un incendio ha distrutto il campo profughi di Lipa, centinaia di persone sono finite nelle foreste o nelle baraccopoli nell'area Nord della Bosnia Erzegovina. Nei giorni più freddi dell'anno, i migranti sono bloccati nella neve da prima di Natale, in attesa di una soluzione per risolvere questa emergenza sanitaria. Senza cibo, né acqua. Senza un tetto sopra la testa. "Siamo profondamente preoccupati per le condizioni precarie in cui si trovano attualmente i migranti e i richiedenti asilo che hanno perso il rifugio e gli altri che sono rimasti bloccati lungo il confine in edifici abbandonati e campi di fortuna in questo periodo dell'anno". L'appello arriva dall'Unhcr, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, all'Adnkronos. "Con le forti nevicate recenti e le temperature sotto lo zero, sicurezza, salute e protezione di queste persone sono a rischio immediato".

Unhcr insieme a Oim, Save the Children, Médecins du Monde e Danish Refugee Council, "pur riconoscendo la delicata situazione che stanno affrontando, ha chiesto alle autorità della Bosnia-Erzegovina di agire rapidamente per garantire l'immediata sicurezza e la protezione di queste persone", continua l'organizzazione, sottolineando la disponibilità "a sostenere gli sforzi delle autorità per trovare soluzioni alternative sicure e protette, e ad organizzare con urgenza la fornitura di assistenza".

Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, scrivendo una lettera al quotidiano La Stampa. L'ex capo politico del Movimento 5 Stelle ha parlato di "un quadro inquietante di quanto sta avvenendo alle porte dell’Europa". Spesso "ci dimentichiamo di cosa accade intorno a noi, i valori, li confondiamo con le idee, ma l’umanità non è e non può essere una idea", ha scritto Di Maio. Il ministro ha detto di seguire da vicino la situazione dei profughi in Bosnia e di aver già disposto 500mila euro per la Croce Rossa attiva nella zona.

Di Maio ha sottolineato anche come la questione migratoria debba essere gestita a livello europeo: "Abbiamo chiesto alla Commissione dell’Ue di attivarsi per alleviare le sofferenze delle persone coinvolte, è impensabile che degli esseri umani in questo inverno gelido siano obbligati al dolore e alla sopravvivenza". Non si può privare un uomo o una donna "della sua dignità". E ora tremila esseri umani "stanno conoscendo il terrore proprio nei giorni del Natale". Il ministro degli Esteri ha esortato le "Autorità della Bosnia-Erzegovina", sottolineando che l'Ue ha una "responsabilità morale enorme" e indicando "i corridoi umanitari" come "strada da percorrere", con la "redistribuzione per quote".

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