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Migrante morto al Cpr di Gradisca, si indaga per omicidio volontario: “Pestato dalle guardie”

Vakhtang Enukidze, cittadino georgiano di 37 anni detenuto al Centro per i Rimpatri di Gradisca, è morto per cause misteriose all’ospedale di Gorizia: si era sentito male nella sua stanza. Pochi giorni prima era stato protagonista di una rissa con un compagno. Secondo l’associazione “No Cpr e no frontiere Fvg”, sarebbe stato picchiato dalle guardie.
A cura di Biagio Chiariello
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La Procura di Gorizia ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di omicidio volontario contro ignoti per la morte del georgiano Vakhtang Enukidze, 37 anni, detenuto al Cpr di Gradisca d’Isonzo e deceduto sabato nell' ospedale isontino. Lo riporta il quotidiano Il Piccolo precisando che lo straniero si era sentito male al Cpr e che l' inchiesta, coordinata dal pm Paolo Ancora, è svolta dalla Squadra mobile.L’uomo era stato arrestato e portato in carcere martedì 14 gennaio con l'accusa di  aver aggredito in una stanza un altro ospite della struttura,  nel corso delle fasi movimentate dell'arresto e in quelle che l'hanno preceduto, l'uomo avrebbe subito una lesione che, non diagnosticata, l'avrebbe poi portato alla morte. Ma su questo occorrerà avere maggiori certezze che dovrebbero giungere dall'autopsia.

Non aveva problemi di salute

Gli investigatori, scrive Il Piccolo, starebbero visionando le immagini delle numerose telecamere che sorvegliano l'interno e l'esterno del Cpr. Di certo l'arresto era stato convalidato dal Gip, ma anzichè tradurlo in carcere, visto che era vicino al rimpatrio, si era deciso di riportarlo nella struttura di Gradisca nella giornata di giovedì 16 gennaio sera dove è stato sottoposto a processo per direttissima e dove è rimasto due giorni. Pare che il 37enne non avesse manifestato problemi di salute prima di sabato mattina, secondo fonti di polizia.

"Picchiato dalle guardie"

Secondo l'associazione "No Cpr e no frontiere Fvg", Vakhtang Enukidze sarebbe stato picchiato dalle guardie, martedì, intervenute dopo la rissa tra la vittima e il compagno di stanza, ricostruisce Il Piccolo. Gli attivisti hanno diffuso una testimonianza audio, raccolta telefonicamente, di un altro detenuto del Cpr, che avrebbe assistito al pestaggio. Il Piccolo riporta anche un commento del procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, per il quale "al momento sono mere illazioni. Stiamo infatti facendo indagini per verificare se c' è stato qualcosa del genere o meno". Il Cpr isontino è aperto da poco più di un mese e già tante sono state le proteste dei detenuti, le fughe, gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidi, scrive sempre il quotidiano.

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