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Micaela, che ha vinto il concorso a scuola: “Non ci sono posti e sono ancora costretta a fare la supplente”

Micaela (nome di fantasia) è una professoressa che ha vinto il concorso pubblico, ma non ha ottenuto la cattedra per mancanza di posti. Per quanto riguarda la sua area di studio, discipline plastiche scultoree e scenoplastiche, su dieci vincitori del concorso Pnrr 2, tre non hanno ancora una collocazione.
A cura di Matteo Lefons
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Vincere un concorso, ma non la cattedra. Ottenere cioè la certezza del posto fisso in un futuro non precisato e, nel frattempo, continuare a essere precari. È la storia di molti professori che, dopo aver raggiunto (sulla carta) il sogno di insegnare nella scuola pubblica a tempo indeterminato, devono aspettare che si liberino dei posti. Micaela (nome di fantasia), insegnante di scultura negli istituti d'arte, ha festeggiato il suo secondo posto in graduatoria. Eppure ha appena iniziato un anno come insegnante di sostegno perché cattedre disponibili non ce ne sono. "Io sto lavorando da supplente – confessa Micaela a Fanpage.it – e ho dato la disponibilità di lavorare in tutta la provincia di Torino. Poi, grazie al mio buon punteggio ho trovato un posto fino al 30 giugno, però è assurdo che dopo aver vinto il concorso abbia corso il rischio di non lavorare".

Le liste d'attesa

Nel suo settore di studio, cioè le discipline plastiche, scultoree e scenoplastiche, dieci docenti hanno vinto il concorso Pnrr 2, ma lavorano solo in sette. Le altre tre, compresa Micaela, attendono che qualche loro collega di ruolo vada in pensione o liberi il posto per i più svariati motivi, in un limbo che può durare un anno come dieci. "I concorsi vengono fatti – ci spiega l'insegnante – nonostante ci sia ancora gente da stabilizzare dai concorsi precedenti. Quindi ti puoi ritrovare per esempio con i vincitori del 2019 che ti sono davanti in un'interminabile lista d'attesa. Un prodotto del supermercato che attende di essere preso da qualcuno".

I disservizi della scuola

Nel bando vinto da Micaela, il Pnrr 2, c'è una piccola clausola per cui gli Uffici scolastici regionali e provinciali hanno l'obbligo di trovare un posto di lavoro al 50% dei vincitori. L'altra metà dipende dalle circostanze che si verificano nel preciso momento in cui si stabiliscono le nomine. I fondi europei che hanno arricchito le scuole negli ultimi anni si scontrano quindi con l'immobilismo di un settore che fatica a rinnovarsi. In più, Micaela lamenta: "Il concorso contingente (bando su cui c'è scritto il numero massimo di posti autorizzati per le assunzioni, ndr) è stato pubblicato in ritardo: è uscito soltanto dopo la graduatoria dei vincitori. Quindi io, come altri, non sapevo che sarei rimasta precaria perché non ero a conoscenza delle cattedre a disposizione. Lo abbiamo scoperto tutti in un secondo momento".

La vittoria è per sempre

Micaela insegna una materia di nicchia e, come altre testimonianze hanno confermato, per il suo settore è molto più difficile inserirsi a scuola rispetto a un docente di italiano o matematica, perché i posti sono limitati. Però il bando afferma che un vincitore non perde mai il diritto di vincitore. Una vittoria è per sempre. Un illuminato intellettuale del secolo scorso potrebbe sintetizzare: "Qualcuno era professore perché il posto fisso oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente". Nel mentre, il precariato.

La nostra redazione riceve testimonianze relative a storie che riguardano le difficoltà di lavorare nel mondo della scuola. Decidiamo di pubblicarle per spingere a una riflessione sull'universo scolastico di oggi. Hai una storia simile da raccontare? Scrivici qui

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