“Mi ha caricato sulla Maserati e abbandonato in piazza”: la denuncia dell’operaio ferito nel torinese

Un grave infortunio sul lavoro, poi il tentativo di insabbiamento. È questa la vicenda che ha portato sul banco degli imputati i vertici della Ponzio srl, storica azienda agricola di Nichelino specializzata nella produzione di basilico e prezzemolo.
Il fatto – riportato sull'edizione torinese di Repubblica – risale al 13 giugno 2022, quando Ibrahim (nome di fantasia), un operaio marocchino di 43 anni, rimase ferito durante le operazioni di irrigazione. Secondo la ricostruzione dell'uomo, che si è rivolto all'avvocato Gianluca Visca per sporgere denuncia, l'incidente si verificò mentre stava manovrando un trattore collegato alle tubazioni per l'irrigazione dei campi. "Facendo manovra col trattore cui era collegata la tubazione, il collega l'ha fatta riavvolgere in modo violento e mi ha colpito al braccio destro", ha raccontato il lavoratore nella sua testimonianza. L'uomo è finito a terra, sanguinante, ricevendo le prime cure sommarie sul posto con garze e acqua ossigenata.
Ma è quello che è successo dopo l'infortunio a destare maggiori sospetti. "Il titolare mi ha caricato sulla sua Maserati e mi ha mollato in piazza Bengasi, dicendo di non andare in pronto soccorso. Poi ha aggiunto: ‘Se vai in ospedale, dì che ti sei fatto male a casa'", ha denunciato Ibrahim.
Durante il tragitto verso Torino, il datore di lavoro avrebbe insistito perché il lavoratore si recasse in farmacia "per evitare problemi", mostrandosi "piuttosto infastidito" quando questi ha manifestato l'intenzione di andare comunque in ospedale. Alla fine, Ibrahim si è recato autonomamente al Martini, dove i medici gli hanno diagnosticato una prognosi di dieci giorni.
La denuncia del lavoratore ha fatto emergere un quadro preoccupante sulle condizioni di sicurezza nell'azienda. Ibrahim ha riferito di essere stato assunto nel maggio 2022 dopo aver risposto a un'offerta pubblicata su Subito.it, con un contratto verbale a 7 euro l'ora per quattro mesi di lavoro stagionale. "Ho iniziato l'8 giugno senza ricevere formazione – prosegue il 43enne infortunato – I capi mi hanno fatto affiancare da un collega, dicendo che mi avrebbe fatto vedere lui cosa fare. Guidavo i trattori e piazzavo le tubazioni per irrigare i campi. Ho usato pure un tosaerba a motore senza cuffie e protezioni: non mi hanno dato neanche i guanti, avevo solo i miei stivali di gomma".
Dalla denuncia è scaturita un'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Alessandro Aghemo, che ha portato a processo due figure apicali dell'azienda: Maurizio Giacomo Ponzio, 48 anni e presidente del consiglio di amministrazione, e il padre Mario Francesco Ponzio, 75 anni. L'accusa formulata nei loro confronti è di lesioni personali colpose con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Secondo la ricostruzione del pm, l'infortunio si è verificato perché la macchina irrigatrice veniva utilizzata in modo scorretto e perché il lavoratore non aveva ricevuto la formazione adeguata sul suo utilizzo. Sarà il processo a stabilire cosa è avvenuto all'operaio marocchino: i due imputati si sono proclamati innocenti.