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Maturità 2013: tra ripetizioni, temari e app si spendono fino a 500 euro

Anche quest’anno gli studenti alle prese con l’esame di maturità dovranno sostenere dei costi piuttosto alti: un “caro esame” ancora più salato per i privatisti, che si trovano a pagare cifre anche superiori ai 200 euro per il contributo scolastico.
A cura di Susanna Picone
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Quanto costa sostenere l’esame di maturità? Secondo una stima svolta nel mese scorso dal portale Skuola.net che ha “interrogato” 1500 studenti, le famiglie dei maturandi 2013 possono arrivare a spendere fino a 500 euro. Soldi che vengono spesi dagli studenti per studiare e per comprare “materiale” utile allo svolgimento delle prove di esame al via quest’anno il 19 giugno. Rientrano, dunque, nel “caro esame” le spese di ripetizione, gli acquisti dei vocabolari, i temari, le app per gli smartphone e infine i contributi scolastici non dovuti. E il costo per gli studenti che sosterranno la maturità 2013 da privatisti è ancora più salato: in alcune scuole statali italiane arrivano a pagare cifre superiori ai 200 euro per il contributo scolastico. I maturandi spendono molto, secondo le stime, per le ripetizioni private: almeno uno studente su tre si affida, infatti, a delle lezioni extra pur di prepararsi al meglio per l’esame di maturità.

Ripetizioni, dizionari e app per smartphone – Secondo il Codacons il costo medio di queste lezioni private è di 33 euro: per quel 9% che ne prenderà oltre 6 ore si parla di una spesa di circa 200 euro. Spesa che aumenta per coloro che prenderanno più di 12 ore di lezioni private. A ricorrere alle ripetizioni non sono solo gli studenti che hanno un debito da recuperare, ovvero il 40% dei partecipanti alla ricerca, in quanto ci sono anche quelli che hanno già la sufficienza. Poi un 40% dei maturandi chiederà soldi ai genitori per l’acquisto di strumenti utili per migliorare la preparazione: si va dai classici temari, fino alle app per smartphone e anche a nuovi vocabolari. Dall'indagine è emerso pure un altro balzello: il contributo, non previsto dalla normativa se non in forma volontaria, da versare direttamente nelle casse delle scuole. Circa un terzo degli studenti intervistati ha versato per il contributo fino a 30 euro, mentre uno su quattro ha superato questo importo.

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