“Marocchino di m…, non merita l’Esercito Italiano”. Sergente Alpini condannato a 1anno e 3 mesi
Diffamazione continuata, aggravata dall'aver commesso il fatto per finalità discriminatorie e di odio etnico e razziale. Per questo il sergente maggiore del Settimo Reggimento Alpini Carmelo Lo Manto è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione militare.
L'uomo, come confermato dai giudici della Corte di Cassazione, ha rivolto insulti razzisti nei confronti del capitano Karim Bensellam, cittadino italiano di padre marocchino. L'ufficiale era stato apostrofato con frasi del tipo "sto’ marocchino di m…. gliela farò pagare in un modo o nell’altro". E ancora: "Sto' marocchino non è degno di stare nell’esercito, ha rubato un posto in Accademia a un italiano". Affermazioni inaccettabili che sono costate a Lo Manto una condanna definitiva.
Chi è il capitano Karim Akalay Bensellam
Karim Akalay Bensellam, figlio di un uomo marocchino e una donna italiana, aveva coltivato fin da bambino il sogno entrare nell'Esercito. Per questo aveva frequentato l'accademia di Modena, quindi la scuola d'addestramento di Torino e per finire era stato destinato a Belluno, dove era diventato il primo ufficiale degli Alpini di origini maghrebine. Il capitano Bensellam, dopo un'esperienza ad Aosta, era stato impiegato anche in Afghanistan, dove i suoi superiori gli avevano affidato il complicato compito di relazionarsi con la popolazione locale.
Un curriculum di tutto rispetto, evidentemente. Non per il sergente Carmelo Lo Manto, 47 anni, originario di Canicattì. Il sergente, effettivo al Settimo Reggimento Alpini, tra il 2014 e il 2017 aveva ripetutamente avuto violente liti con Bensellam, il quale in un'occasione l'aveva picchiato venendo prosciolto per particolare tenuità del fatto. Era stata proprio quella sentenza a gettare ulteriore benzina sul fuoco. Secondo l'accusa, infatti, durante le cerimonie dell'alzabandiera e gli addestramenti, anche di fronte ad altri militari, Lo Manto aveva offeso la reputazione del capitano Bensellam pronunciando sovente frasi razziste: "Sto marocchino di m… non è degno di stare nell'Esercito Italiano". Affermazioni che gli sono costate una condanna definitiva a un anno e tre mesi.