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Maria Chiara uccisa da una dose di droga: si cerca chi l’ha venduta al fidanzato

Si indaga anche per morte in conseguenza di altro reato, lo spaccio di droga, nel caso di Maria Chiara Previtali, la ragazza deceduta per overdose di eroina lo scorso venerdì. In questo filone di indagine parallelo si cerca di rintracciare chi ha venduta la droga al fidanzato di Chiara, Francesco, che quella notte gliel’ha offerta come regalo di complenno.
A cura di Angela Marino
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Maria Chiara uccisa da una dose di droga: si indaga anche per morte in conseguenza di altro reato, lo spaccio di droga. Per questo si è aperto un secondo filone di indagine volto a rintracciare chi ha venduto la droga a Francesco, il fidanzato di Maria Chiara Previtali, morta lo scorso venerdì per overdose, nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Il fascicolo aperto dalla procura ipotizza infatti, in questo caso a carico di ignoti, affianca quello per omicidio preterintenzionale che vede indagato il fidanzato della ragazza. Francesco, 21 anni, era con lei quella notte e afferma di aver assunto la metà dell'eroina acquistata come ‘regalo' di compleanno per la ragazza, con cui stava da tre mesi.

Sarà l'autopsia ad accertare le condizioni in cui si è verificato il decesso della giovanissima vittima. Oggi la procura di Terni ha, infatti, conferito al dottor Massimo Lancia l'incarico di eseguire l'esame medico legale sul corpo della diciottenne di Amelia. Le operazioni peritali cominceranno domani alle 13,30 presso l'ospedale di Spoleto. A completare gli esami ci sarà anche la perizia della tossicologa Paola Melai incaricata di valutare la qualità e la quantità dello stupefacente assunto. Parteciperanno come consulenti di parte anche il professor Mauro Bacci, nominato dalla famiglia della vittima, e la dottoressa Laura Paglicci Reattelli, per conto della difesa del fidanzato ventunenne della giovane, indagato per omicidio preterintenzionale.

"In questa fase è dirimente capire cosa c'è nel corpo della ragazza e in che qualità e quantità" ha detto all'ANSA il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori. "I coprotagonisti di questa vicenda – aggiunge – possono assumere una veste diversa a seconda delle risultanze, ogni evento può avere più fattori determinanti e concorrenti".

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