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Mangiano un piatto di tonno al ristorante a La Spezia e si sentono male: c’è il sospetto di sindrome sgombroide

Due clienti di un ristorante a La Spezia si sono sentiti male dopo aver mangiato del tonno grigliato: si sono recati al pronto soccorso dove è stato diagnosticato il sospetto di sindrome sgombroide. Intanto sono state avviate le analisi sul pesce conservato.
A cura di Giorgia Venturini
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Hanno mangiato tonno grigliato e si sono sentiti male. Per due casi ora c'è il sospetto di sindrome sgombroide. Tutto è successo a La Spezia dove sono state avviate le analisi sul pesce conservato di un ristorante. Questo perché poche ore prima all'Asl 5 della città si sono presentate due persone con una intossicazione causata dall’ingestione di pesce non conservato correttamente. Dai primi accertamenti era emerso che avevano mangiato la stessa cosa, ovvero tonno grigliato, nello stesso ristorante.

Una volta usciti dal locale i due clienti si sono sentiti male tanto da recarsi al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea che ha allertato la Struttura complessa di igiene della produzione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale. Tecnici e forze dell'ordine si sono precipitati nel ristorante e hanno ritirato l'alimento finito ora in laboratorio per tutti gli esami del caso.

L'azienda sanitaria ha precisato che a "generare questo tipo di intossicazione è la presenza di istamina". Quest'ultima se ingerita ad alta concentrazione porta "bruciore delle fauci, forte lacrimazione, arrossamenti cutanei, mal di testa, disturbi gastrointestinali e palpitazioni". E ancora: "I sintomi, seppur di breve durata, possono causare reazioni simil allergiche in soggetti particolarmente predisposti. La sindrome è, infatti, spesso confusa con un’allergia ma, in questi casi, la sostanza che è presente nel cibo è prodotta ad opera di batteri contaminanti e non generata dal corpo umano".

L'azienda sanitaria precisa inoltre che non è solo il tonno a rischio di istamina ma anche sgombri, sardine, acciughe e aringhe. Non basta una qualsiasi cottura per eliminare il rischio. Bisogna anche tenere in considerazione che il pesce contaminato non mostra alterazioni visibili nell’odore, nel sapore o nel colore rendendo impossibile riconoscerlo a occhio nudo.

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