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Covid 19

Mancano i vaccini, a rischio le prenotazioni di agosto in diverse regioni: ecco quali

Nel mese di luglio si registrerà un calo del 5% delle forniture dei vaccini a mRna Pfizer e Moderna, mentre l’impiego di quelli a vettore virale è da tempo stato ridotto e riservato agli over 60. Per questa ragione alcune regioni hanno deciso di fermare le nuove prenotazioni e puntare sulla somministrazione delle seconde dosi in vista di una diffusione della variante Delta.
A cura di Davide Falcioni
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I mesi di maggio e giugno sono stati in Italia quelli in cui la campagna vaccinale è entrata a pieno regime e sono state somministrate talvolta ben più di 500 mila dosi al giorno: un risultato che solo a inizio primavera sembrava insperato e che è stato raggiunto grazie alla messa a punto dell'organizzazione e soprattutto grazie all'arrivo di decine di milioni di dosi. A luglio, tuttavia, potrebbe esserci un'importante battuta d'arresto: le forniture nei vaccini a mRna Pfizer e Moderna sono verranno infatti tagliate del 5%, mentre AstraZeneca continuerà ad essere impiegato solo sugli over 60 e Johnson & Johnson contribuisce ormai in modo estremamente marginale, con appena 4 mila somministrazioni al giorno.

In questo quadro le regioni saranno costrette a rivedere le proprie strategie privilegiando i richiamo rispetto alle prime dosi, anche alla luce dell'arrivo della variante Delta. Nel Lazio, ad esempio, le nuove prenotazioni sono state sospese per alcune settimane preferendo ultimare il ciclo vaccinale in coloro che devono ricevere la seconda dose. Idem per l'Emilia Romagna, dove fino al 15 agosto è stato imposto lo stop alle prenotazioni per la fascia 20-59 anni perché – come ha spiegato lo stesso Bonaccini – "c'è scarsità di dosi". Anche la Toscana ha deciso di sospendere le prenotazioni per agosto e settembre  fino a quando non avrà dati certi sulle forniture, mentre l'Umbria userà le dosi disponibili solo per i richiami. La Lombardia invece temporeggia, rassicurata dal milione di dosi promesse da Figliuolo ad agosto.

Insomma, dopo i picchi raggiunti a giugno – quando sono state talvolta superate le 600 mila dosi giornaliere – la campagna vaccinale frenerà stabilizzandosi a luglio sulle 500 mila dosi e puntando soprattutto sui richiami. Ciò rischia di rappresentare un problema – però – per i circa 2,6 milioni di over 60 che non si sono ancora prenotati e che potrebbero decidere di farlo nel corso dell'estate, rappresentando una platea fortemente a rischio  quando la variante del Delta diventerà prevalente, entro fine di settembre.

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