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Addio a Marilù, malata di leucemia: “Doveva iniziare terapia a Bergamo, ma l’emergenza Covid lo ha impedito”

Marilù Rascunà, mamma siciliana di 42 anni avrebbe dovuto cominciare un protocollo sperimentale per la rara forma di leucemia da cui era affetta. Proprio a Fanpage si era rivolta per una raccolta fondi che avrebbe dato inizio di lì a poco alla terapia. La sorella Samanta: “Dovevamo partire per Bergamo, ma poi a causa dell’emergenza coronavirus l’ospedale ci ha bloccato. Voglio ringraziare comunque tutti quelli che ci hanno aiutato”.
A cura di Redazione
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Marilù Rascunà, mamma siciliana di 43 anni, che da tre anni combatteva contro la leucemia linfoblastica acuta del tipo Philadelphia positiva si è spenta. Proprio a Fanpage.it la famiglia di Marilù si era rivolta per raccogliere fondi per una terapia sperimentale che avrebbe potuto salvarla e che Marilù avrebbe iniziato a Bergamo di qui a poco. La donna si è spenta il 30 marzo, a Catania, lasciando tre figli.

"All'inizio di dicembre – dice Samanta Rascunà, sorella della quarantaduenne – Marilù ha cominciato a peggiorare, sapevamo che di lì a poco la malattia avrebbe raggiunto la soglia de 5%, ovvero il livello richiesto dal protocollo per dare inizio alla terapia, ma quando abbiamo chiamato l'ospedale di Bergamo ci hanno rifiutato. Non so come sarebbe andata se ci avessero lasciato salire al Nord per ricoverare Marilù, so solo che è morta tra sofferenze atroci per un'ascite. La malattia aveva colpito il fegato e lei si è spenta con livelli di bilirubina altissimi e la pelle completamente gialla".  "Nonostante tutto voglio ringraziare dal profondo del cuore quelli che hanno partecipato alla raccolta e ci hanno aiutato: grazie. Purtroppo non abbiamo fatto in tempo".

"Era il gennaio 2017 quando le è stata diagnosticata la malattia – ha raccontato a Fanpage. il marito, Bruno – Siamo andati al pronto soccorso perché lei si sentiva molto stanca e lamentava forti dolori alle ossa, soprattutto alle spalle e alla clavicola. Le hanno fatto una serie di analisi che hanno confermato che si trattava di leucemia linfoblastica acuta del tipo Philadelphia positiva, aveva i bianchi a 40mila. È stata ricoverata nel gennaio successivo e ha fatto chemioterapie per sei mesi, fino a giugno, quando ha fatto il trapianto, grazie alla sorella, compatibile al 100 per 100. Ma a settembre abbiamo scoperto, dopo accertamenti di controllo, che aveva avuto una recidiva. Ha cambiato terapia, sembrava stesse meglio, ma poi di nuovo una recidiva".

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